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Channel: TACCO12 cm di Chiara Maria Gargioli
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Occhiali 2014-2015: Filottica regala il 40% di sconto alla più creativa di voi

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Filottica: gli occhiali firmati al 40% per una di voi!

Occhiali firmati autunno - inverno al 40% di sconto: come "vedi" la vita? 

 

Condividi questo post su Facebook e scrivi un commento che esprima il tuo modo di "vedere" la vita.  Più like prendi più possibilità avrai. 

 

Alle spalle di Piazza Navona, proprio dove si trova la statua parlante di Pasquino che dice quello che il Popolo pensa, c'è la Filottica.
La Filotticaè un negozio di occhiali di antica tradizione che ha una storia bella: quella di Stefano Guida che lì è arrivato per imparare dal nonno un mestiere. Una gavetta lunga la sua, proseguita anche dopo che il nonno ha ceduto l'attività. Con costanza e professionalità è rimasto dentro quella bottega prima dividendola con Piero, per lui un "secondo" padre, per proseguire con suo fratello e suo figlio Gabriele
Un mestiere imparato con fatica e lavoro e tramandato con passione a suo figlio. Il segreto è la professionalità, la pazienza e avere sempre il sorriso sulle labbra, oltre a occhiali firmati sempre all'ultima moda. 
Sono molti anni che conosco Stefano e la sua Filottica e posso dire, senza pericolo di essere smentita, che ho sempre comprato gli occhiali da loro.
Che ti occorrano occhiali da sole o da vista non fa alcuna differenza. C'è una scelta così ampia che l'unico rischio è quello di volerne comprare più paia.

Così, in nome di questa amicizia nata tanti anni fa, ho chiesto loro quali fossero gli occhiali più di tendenza per la stagione l'autunno - inverno '14-'15.

Ecco cosa è uscito fuori. 
Ho selezionato alcuni modelli da sole e due da vista ma ce ne sono molti altri, naturalmente, vediamo cosa ne pensate.
Il primo non poteva essere che un modello di Prada... del resto se il Diavolo veste Prada noi Tacco 12 cm non siamo da meno. 
Neri ma dalla forma grande e originale. A metà tra lo sportivo e l'elegante. Praticamente perfetti: 10.

 
Occhiali autunno-inverno 2014-2015:  Prada


Proseguiamo con un occhiale Celine, di un color verde bosco a cui la foto non rende giustizia.
Grandi e quadrati, decisamente adatti a ogni occasione, soprattutto quelle in cui si vuole passare inosservate. Voto: 9.

Occhiali autunno - inverno 2014-2015: Celine
Terzo modello, andiamo sul classico ed elegante.
Un occhiale adatto per le più chic, quelle per le quali l'occhiale non è un accessorio qualunque ma quello per antonomasia, praticamente un gioiello.
Signore e Signore stiamo parlando di Bulgari.
Voto: 9 (un po' troppo da "signore" per prendersi il mio 10).

Occhiali autunno - inverno 2014-2015: Bulgari




Poi esistono due categorie di "Signore".
Se non appartenete alla categoria Bulgari, sarete sicuramente fans della maison Chanel.
Allora è questo l'occhiale che fa per voi. Un occhiale da sole dalla montatura chiara ma dalla linea cool. Voto: 10

Occhiali autunno - inverno 2014-2015: Chanel
Ormai quando si dice verde si aggiunge Tiffany!
Ecco l'occhiale per le appassionate dell'azienda americana. Un occhiale elegante ma easy arricchito dal colore e dal fiocchetto sull'asta...voto: 10.

Occhiali autunno - inverno 2014 - 2015: Tiffany
Alla lista non poteva mancare un modelloRay-Ban.
Viola e in velluto per rimanere glamour e non passare mai di moda. Provare per credere. Voto: 9

Tendenze occhiali autunno-inverno '14-'15: Ray-Ban

Poi ci sono gli occhiali che fanno tendenza
Quelli che Carlotta, la ragazza che lavora da Filottica, e Gabriele ti consigliano "perchè sono belli, originali e molto fighi". 
Un mix perfetto tra sportivo ed elengante. Si chiamano Seeoo, sono made in Austria e mi piacciono un sacco: 10 e lode!

Tendenze occhiali autunno-inverno '14-'15: Seeoo




Ne vorrei misurare altri mille ma ne mancano solo due.
Due modelli questa volta da vista, perchè se il sole in autunno e inverno può anche non essere così acceccante, chi di occhiali vive e ha bisogno di suggerimenti per una nuova montatura per occhiali da vista, dia uno sguardo qui.
Il primo è un modello Miu Miu dal design scherzoso e classico insieme. Adatto a chi ha un viso ovale e occhi da grandi da mettere in mostra.
Una montatura che sembra uguale alle altre ma che s'interrompe alla fine, lasciando spazio solo alla lente, come se la matita del designer si fosse spuntata e il contorno rimanesse incompleto.
Voto: 10
Occhiali autunno-inverno 2014-2015: Miu Miu, occhiali da vista
Il secondo modello è un Celine, una firma che già vi ho mostrato nella serie "occhiali da sole", dalla forma classica un po' squadrata, con particolari oro.
Grandi, perchè è il dictat fashion degli ultimi anni, e rigorosamente sui toni del marrone e del nero.

Occhiali autunno-inverno 2014-2015: Celine, occhiali da vista

Vi siete perdutamente innamorati anche voi di uno di questi modelli?
Allora leggete qua il regalo che Filottica e Tacco 12 cm vi vogliono fare: il 40% di sconto su un qualsiasi paio di occhiali che sceglierete.

L'Offerta però è valida SOLO PER UNA di voi!

Condividete questo post su FB e commentate con una frase che esprima il vostro modo di "vedere" la Vita. La frase che riceverà più like sarà la prescelta. Avete tempo fino al 10 Novembre 2014.

Date sfogo alla vostra vena poetica un paio di occhiali bellissimi vi aspettano da Filottica, piazza Pasquino 74, 00186 Roma. 



Galameo, il biscotto per i bimbi e ... per le zie!

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Galameo: alimenti per bambini

 

Galameo il regalo giusto per i bimbi della vostra vita, parola di una zia Chiara 

 

Voglio rendervi partecipi di una bella scoperta: i prodotti alimentari per bambini Galameo.
Un'azienda tutta italiana, della provincia di Napoli, nata dall'amore di Dario Meo per il cibo buono e sano. 
Quello che nasce dalla terra e finisce sulle nostre tavole senza aggiunta di additivi e aromi.
Frollini fatti con ingredienti semplici: Farina 00, latte intero fresco, uova, zucchero semolato, zucchero a velo, cacao, burro e vaniglia. 
Biscotti made home confezionati in un secchiello di plastica, perchè va con il biscotto si nutre il corpo ma con il secchiello si nutre lo spirito del gioco!
Infatti ai tre tipi di frollino si abbinano tre giochi da fare con i propri bimbi: ai Frollini di latte è abbinato il gioco del Tris; ai Frollini al cacao, il gioco Nomi Cose e Città e ai Frollini al latte e al cacao,  il gioco della Dama.
Per la linea salata al momento c'è la salsa al pomodoro "Sugo Galameo", prodotto con pomodori coltivati in Italia e trasformati a poche ora dalla raccolta. 
Pochi prodotti ma buoni e soprattutto di qualità.
A pensarci bene sono i cibi preferiti dai bimbi: la passata di pomodoro, che è il sugo più semplice che c'è, e i biscotti al latte e al cacao da inzuppare nel latte per la colazione.
Così, dopo aver meglio "studiato" questa nuova linea alimentare, ho pensato che Galameo fosse proprio il regalo adatto da portare ai miei nipotini, tipi per niente facili e soprattutto abituati bene in quanto a cibo e a giochi.

Vi mostro com'è andata...


I primi sono stati Giorgio e Bianca, rispettivamente due anni e 8 mesi. 
Giorgio ha subito amato la confezione secchiello che ha prima osservato a dovere, facendo finta di leggere le regole del gioco, per poi fiondarsi sui biscotti e finirli in due morsi. Un successone!
Bianca è troppo piccola per poter assaggiare i deliziosi frollini che Giorgio divorava eppure, anche lei ha trovato il modo di esprimere il suo apprezzamento, usarndo il contenitore Galameo come un tamburello. Anche per questo Galameo è bello! 

Galameo, biscotti per bimbi: Giorgio&Bianca (foto autorizzata da Michelangela Scuderi)
Il giorno seguente sono andata da Adriano, quasi 4 anni, figlio di mia sorella Fabiana che è una chef. Adriano, ha un soprannome importante: l'Imperatore, immaginate voi quanto possa essere critico.
La sua attenzione è stata catturata dalla bottiglia di sugo per la quale ha voluto indossare il suo cappello da cuoco in erba:
"Facciamo la pasta zia!"
Giunto il momento del dessert,  ha infilato una mano nel secchiello dove i frollini al latte aspettavano di essere mangiati.
L'Imperatore ha portato l'indice alla guancia in segno di apprezzamento.
Si! Galameo segna un'altro gol. 

Galameo, biscotti e sugo per bimbi: Adriano, l'Imperatore (foto e autorizzazione di Fabiana Gargioli)
La terza tappa è stata casa di mia cognata Ambra.
Lì avevo due giudici ad aspettarmi: Flavio, 6 anni,e Adriano Piccolo, 1 anno e mezzo, (a casa lo chiamiamo così sia perchè è il più piccolo di casa, sia per distinguerlo da Adriano l'Imperatore).
Anche loro due sono degli ossi duri.
Flavio, in attesa di vederlo finire in padella, ha deciso di usare il sugo come cannocchiale. Ve l'ho detto è un tipo tosto lui, ci vuole vedere chiaro! "E' come il sugo di mamma?" mi chiede. Gli rispondo di si con la testa ma solo all'assaggio mi ha dato il suo ok!
Adriano Piccolo invece ha preferito usare il secchiello per fare una buona musica, tanto il biscotto è da mangiare dopo cena, quindi meglio trovare il modo di divertirsi lo stesso.
Galameo fa 3 su 3!

Galameo, biscotti e sugo per bambini: Flavio&Adriano (foto autorizzata da Ambra Serini)
Zia Chiaraè soddisfatta, ha finalmente il regalo che aspettava di trovare da tempo: sano, gustoso e che piace alle mamme e ai suoi nipotini!
A tavola bisogna mangiare bene e, se lo si fa giocando, ogni pasto diventa un divertimento.
Se poi dobbiamo dirla tutta c'è stato un quarto incontro: quello tra zia Chiara e il secchiello di frollini Galameo ed è finita alla maniera dei grandi, che sono solo piccoli un po' cresciuti:
biscotti, vino e pancia piena!

Galameo: alimenti per bambini... e per grandi!

Galameowww.galameo.it  e info@galameo.it

Bayer Monaco - As Roma: ai piedi del Bayern ma a testa alta

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Bayern Monaco - As Roma: 2-0, sconfitta si ma con più onore

 

La Roma a Monaco ai piedi di un Bayern troppo forte. 


Questa volta non l'ho vista. Dopo l'umiliazione dell'andata, una cosa era certa: non sarebbe potuta andare peggio.
Magra riconsolazione, lo so, ma è sempre meglio vedere il bicchiere mezzo pieno che fasciarsi la testa ormai rotta in sette pezzi. 
La previsione tutto sommato si è rivelata corretta, i gol presi sono stati solo 2. La Mia Romaè uscita di nuovo sconfitta, il colosso Bayern Monaco non ha avuto alcuna pietà nemmeno questa volta e allora sposo le parole di Daniele De Rossi che ha osservato: 
"Siamo forti e possiamo ancora vincere lo scudetto. La sconfitta di Napoli ci può stare, non possiamo vincerle tutte. Quella di Monaco ci dice che siamo forti ma non abbastanza per vincere la Champions League". 
E così sia. 
Per fortuna il girone è quasi alla fine e la classifica è impietosa, specchio di un Bayern Monaco assolutamente senza avversari degni del suo potenziale. Se ne sta lì in alto a guardare dalla vetta dei suoi 12 punti (ha vinto tutte le partite) le seconde Roma e Cska a 4. Fortuna che con i russi all'andata abbiamo vinto facile e la differenza reti ci vuole in vantaggio su di loro per il secondo posto.
Il Bayern è tanta roba, troppa per chi torna in Champions dopo 4 anni. 
Quindi, tornando a mercoledì sera, ho lavorato al ristorante e la partita l'ho seguita solo grazie al cellulare animato dal gruppo Fantacalcio e dai messaggi di Mirko.
Non vi nascondo che quando il primo messaggio di Mirko è stato: 
"Un'altra Roma, sembra di essere tornati alle prime giornate di Campionato" ho intimamente sognato di portare a casa un punto e magari 3 all'ultimo minuto.  Cose da romanisti, sogni che non si controllano vagano in un angolo della nostra testa e affiorano non appena gli si lascia un piccolo spazio.
Fabio mi chiede ogni due minuti cosa fa la Roma.
"Allora? Allora?" 
"Allora che Fabiè? Ti ho detto fino a 3 minuti fa che stiamo 0 a 0 non sei contento?"
Fabio non sorride nemmeno, lui è molto più teso di me. Appartiene a quella categoria che nun s'arende perchè la Roma è la n1
Lui crede nei miracoli e nega l'evidenza di un Bayern che non si può arginare soprattutto se, ad aginarlo sono giocatori come Torosidis e Holebas.  
Giocatori utili per un Campionato lungo ma non presentabili in una competizione come la Champions League sarebbe come dire che Fabio Volo va a fare un campionato di scrittura con Nick Hornby.
Fabio mi chiede di nuovo "Che fa la Roma?" ed è in quel momento che mi accorgo che il Bayern ha segnato al 38' minuto. 
"E' finito il primo tempo e perdiamo 1-0".
E poi succede, come tutte le volte, che ci rimango male perchè alla fine ci credi sempre, perchè la paura di una nuova figuraccia si presenta educata con un "posso entrare?". 
Inizia il secondo tempo a Monaco, mentre a Roma mi districo tra una faraona e un abbacchio scottadito e il tavolo 7 che ti chiede ancora cicoria ripassata. Il cellulare vibrare nella tasca del grembiule tra tappi di sughero, penne e apribottiglie. 
Avremo pareggiato??? 
"Che fa la Roma? Che fa?"
Fabio mi pressa peggio dei giocatori tedeschi che non mollano l'osso nemmeno al 90', come qualcuno mi ha detto nel gruppo fantacalcio: 
"Saranno pure forti ma ve sembra normale?"
Mah, il dubbio assale il debole e il perdente quindi preferisco pensare che sia normale. Il Bayern Monaco raddoppia al minuto 63' e l'unico extraterrestre in campo mi pare Neur quel gigante buono che ha anche mangiato proprio qui da Armando al Pantheon qualche tempo fa. 
"Chi mangia da Armando ha superpoteri!" 
Papà trova cosi il suo bicchiere mezzo pieno e poi aggiunge: 
"Ma non poteva stare a mangiare qui stasera invece di perde tempo in campo?" 
Già... forse quelle due parate miracolose non le avrebbe fatte e Nainggolan dopo e Gervinho prima, ci avrebbero potuto regalare un sogno.
Fabio continua a chiedere e quando al 79' vedo che per loro entra tale Rode, mi sembra un segno. 
Abbandono ogni speranza e inizia a rodere un po' anche a me. 
La partita finisce e Fabio non s'arrende: 
"Che fa il Manchester City?" 
Controllo e vedo che il Cska ha fatto il colpaccio: il City ha perso. Fabio è al settimo cielo. 
"Siamo secondi se pareggiamo passiamo uguale... anzi te dirò basta..."
lo interrompo con un : 
"Non me scoccià, non fa calcoli che qua poi lo sai come finisce".
Lui non mi ascolta continua a parlare mentre ormai con la testa sono già a Roma - Torino. 
Il Campionato si può vincere e allora è il momento di tornare a scalare la classifica. 
Con il talento si vincono le partite, ma è con lavoro di squadra e l'intelligenza che si vincono i campionati
Parola di Michael Jordan uno che la palla in rete l'ha messa tante volte e allora Dajeee facciamolo vedere a tutti che la Roma c'è ed è forte, anzi fortissima.

Bayern Monaco - Roma 2-0: ai piedi del Bayern ma a testa alta

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Bayern Monaco - Roma 2-0 : ai piedi del Bayern ma a testa alta

 

La Roma a Monaco ai piedi di un Bayern troppo forte. 


Questa volta non l'ho vista. Dopo l'umiliazione dell'andata, una cosa era certa: non sarebbe potuta andare peggio.
Magra riconsolazione, lo so, ma è sempre meglio vedere il bicchiere mezzo pieno che fasciarsi la testa ormai rotta in sette pezzi. 
La previsione tutto sommato si è rivelata corretta, i gol presi sono stati solo 2. La Mia Romaè uscita di nuovo sconfitta, il colosso Bayern Monaco non ha avuto alcuna pietà nemmeno questa volta e allora sposo le parole di Daniele De Rossi che ha osservato: 
"Siamo forti e possiamo ancora vincere lo scudetto. La sconfitta di Napoli ci può stare, non possiamo vincerle tutte. Quella di Monaco ci dice che siamo forti ma non abbastanza per vincere la Champions League". 
E così sia. 
Per fortuna il girone è quasi alla fine e la classifica è impietosa, specchio di un Bayern Monaco assolutamente senza avversari degni del suo potenziale. Se ne sta lì in alto a guardare dalla vetta dei suoi 12 punti (ha vinto tutte le partite) le seconde Roma e Cska a 4. Fortuna che con i russi all'andata abbiamo vinto facile e la differenza reti ci vuole in vantaggio su di loro per il secondo posto.
Il Bayern è tanta roba, troppa per chi torna in Champions dopo 4 anni. 
Quindi, tornando a mercoledì sera, ho lavorato al ristorante e la partita l'ho seguita solo grazie al cellulare animato dal gruppo Fantacalcio e dai messaggi di Mirko.
Non vi nascondo che quando il primo messaggio di Mirko è stato: 
"Un'altra Roma, sembra di essere tornati alle prime giornate di Campionato" ho intimamente sognato di portare a casa un punto e magari 3 all'ultimo minuto.  Cose da romanisti, sogni che non si controllano vagano in un angolo della nostra testa e affiorano non appena gli si lascia un piccolo spazio.
Fabio mi chiede ogni due minuti cosa fa la Roma.
"Allora? Allora?" 
"Allora che Fabiè? Ti ho detto fino a 3 minuti fa che stiamo 0 a 0 non sei contento?"
Fabio non sorride nemmeno, lui è molto più teso di me. Appartiene a quella categoria che nun s'arende perchè la Roma è la n1
Lui crede nei miracoli e nega l'evidenza di un Bayern che non si può arginare soprattutto se, ad aginarlo sono giocatori come Torosidis e Holebas.  
Giocatori utili per un Campionato lungo ma non presentabili in una competizione come la Champions League sarebbe come dire che Fabio Volo va a fare un campionato di scrittura con Nick Hornby.
Fabio mi chiede di nuovo "Che fa la Roma?" ed è in quel momento che mi accorgo che il Bayern ha segnato al 38' minuto. 
"E' finito il primo tempo e perdiamo 1-0".
E poi succede, come tutte le volte, che ci rimango male perchè alla fine ci credi sempre, perchè la paura di una nuova figuraccia si presenta educata con un "posso entrare?". 
Inizia il secondo tempo a Monaco, mentre a Roma mi districo tra una faraona e un abbacchio scottadito e il tavolo 7 che ti chiede ancora cicoria ripassata. Il cellulare vibrare nella tasca del grembiule tra tappi di sughero, penne e apribottiglie. 
Avremo pareggiato??? 
"Che fa la Roma? Che fa?"
Fabio mi pressa peggio dei giocatori tedeschi che non mollano l'osso nemmeno al 90', come qualcuno mi ha detto nel gruppo fantacalcio: 
"Saranno pure forti ma ve sembra normale?"
Mah, il dubbio assale il debole e il perdente quindi preferisco pensare che sia normale. Il Bayern Monaco raddoppia al minuto 63' e l'unico extraterrestre in campo mi pare Neur quel gigante buono che ha anche mangiato proprio qui da Armando al Pantheon qualche tempo fa. 
"Chi mangia da Armando ha superpoteri!" 
Papà trova cosi il suo bicchiere mezzo pieno e poi aggiunge: 
"Ma non poteva stare a mangiare qui stasera invece di perde tempo in campo?" 
Già... forse quelle due parate miracolose non le avrebbe fatte e Nainggolan dopo e Gervinho prima, ci avrebbero potuto regalare un sogno.
Fabio continua a chiedere e quando al 79' vedo che per loro entra tale Rode, mi sembra un segno. 
Abbandono ogni speranza e inizia a rodere un po' anche a me. 
La partita finisce e Fabio non s'arrende: 
"Che fa il Manchester City?" 
Controllo e vedo che il Cska ha fatto il colpaccio: il City ha perso. Fabio è al settimo cielo. 
"Siamo secondi se pareggiamo passiamo uguale... anzi te dirò basta..."
lo interrompo con un : 
"Non me scoccià, non fa calcoli che qua poi lo sai come finisce".
Lui non mi ascolta continua a parlare mentre ormai con la testa sono già a Roma - Torino. 
Il Campionato si può vincere e allora è il momento di tornare a scalare la classifica. 
Con il talento si vincono le partite, ma è con lavoro di squadra e l'intelligenza che si vincono i campionati
Parola di Michael Jordan uno che la palla in rete l'ha messa tante volte e allora Dajeee facciamolo vedere a tutti che la Roma c'è ed è forte, anzi fortissima.

As Roma - Torino: il ritorno di Kevin, Totti e i Tigri

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AsRoma - Torino 3-0 : Totti e Ljajic festeggiano il 3-0

La Roma vince contro il Torino 3-0. Altro che crisi: 6 partite su 6 in casa vincendo e senza prendere gol.

L'appuntamento è alle 19.15 davanti casa di Sandro.
Arriviamo un po' aggravati, per via di un pranzo luculliano con digestione difficile al seguito. La Juventus ha rifilato 7 gol al Parma del povero Donadoni ed è saldamente prima a 28 punti in classifica.
"Dobbiamo vincere non esiste altro risultato"Marco lo dice serio, perchè ogni domenica è una lotta alla conquista di quel primo posto così vicino, eppure sempre troppo lontano.
"La buona notizia è che la Lazio ha perso" prosegue.
"S'erano già montati la testa, s'erano" conferma Mirko tirando un sospiro di sollievo.
Arriva Christian, la "squadra"è al completo si può marciare verso l'Olimpico.
Una domenica sera di novembre, troppo calda per essere in autunno inoltrato, troppo serena perchè una sconfitta la possa rovinare.
Un po' di umidità ti afferra la pelle e le ossa, come un accappatoio bagnato o l'odore dello spogliatoio di una piscina. 
La preoccupazione non ci appartiene. Nonostante le due sconfitte con il Bayern e quella con il Napoli abbiamo tutti la sensazione che la Roma c'è, che Nun C'è Problema.
Manca ancora un'ora quando Campo Testaccio inizia la sua strofa tra le voci di chi già anima la Curva Sud sempre presente. 
Qualcuno racconta della trasferta a Monaco, di quanto sono organizzati fuori dal nostro Paese, il nostro maledetto Paese su cui non facciamo che sputare lamentele ma dal quale non riusciamo ad andare via. 
"Devi vedere la metro, ogni 5 minuti!"Massimo è tornato soddisfatto nonostante la sconfitta, Monaco è bella come tutto il resto anche con la neve.
Intanto in campo una vecchia conoscenza si riaffaccia a palleggiare. Riappare lo stesso, con la sua faccia ingrughita e il naso rosso, secco e lungo. Un fumetto di un eroe antico, un tipo dall'aria cattiva ma dal cuore tenero: Kevin Strootman, dopo 8 mesi è di nuovo in campo. 
Lo Stadio lo accoglie con un applauso lunghissimo che destabilizza il suo carattere serio. Un applauso che contagia anche i suoi compagni di squadra, emozionati di vederlo in campo quanto noi dagli spalti e che cominciato ad applaudirlo come se lo vedessero anche loro per la prima volta dopo tanto tempo.
"Eh, mo' che tornano, perchè devono tornà tutti devono,voglio vede' se ridono gli altri" mi gonfio di orgoglio e mi compiaccio che tante attese stanno per concludersi. Immagino di nuovo Castan, Maicon e Astori al loro posto. Ora che Kevin è al centrocampo a breve riavremo la nostra "vera" Roma.
La partita inizia ed è evidente, da subito, che la Roma è padrona del campo, tanto che non si arriva nemmeno al minuto 10' che Torosidis (quello che in Champions magari no ma in Campionato certo che si ) la butta dentro ed esulta come un matto, come noi. 
Francesco Totti lo trovo sublime: distribuisce palle a destra, a sinistra e al centro sempre con la testa alta, sempre alla sua maniera. Gli manca solo il gol. 
Roma - Torino procedeva come una commedia americana, una di quelle che non hai mai visto ma che già sai come va a finire, tanto sono tutte uguali.
Siamo al minuto 27' e a segnare il suo primo gol in Campionato questa volta è Keita. 
Grande e fragile Keita, sempre pronto a lavorare. Lui che segna e poi disegna nell'aria un cuore gigante con le dita e bacia la maglia. Si, bacia la maglia un gesto tanto antico, quanto meraviglioso pieno di archetipi la cui lettura passa tra mille partite e mille anni fa. 
La partita prosegue mentre si chiacchiera dell'Inter, che pareggia con il Verona, e di Yaya Touré, che manda la palla in curva e colpisce al volto una bambina. 
Chiacchiere da Stadio che si fanno per deconcentrarsi un po', stemperando la tensione che, seppur latente, non abbandona mai un tifoso. 
Al secondo tempo nulla cambia, anche il gol arriva dopo 10 minuti. Questa volta ad insaccare è Ljajic che dopo azzittisce tutti. Lo vediamo solo un attimo però perchè De Rossi corre a coprirgli la faccia con la scusa dell'esultanza per il gol. Grande Daniele, Capitano nell'anima. 
"Chi ha azzittito quello?" la Curva è risentita da un gesto così stupido, così stupido che non vale la pena per me spenderci una sola parola in più. 
"Bambini" biascico mentre applaudo per un gol davvero bello. 
La partita prosegue con un Gervinho che corre come un pazzo e che così sento commentare da una voce che proveniva dalle mie spalle: 
"Quello è abituato a core, è nato in Africa. La mattina se svegliava e coreva perchè altrimenti se lo magnavano i tigri e i leoni..."
I tigri è stata la cosa più bella di tutta la partita. Una partita bellissima macchiata da qualche gesto poco intelligente. Compreso quello del Capitano che non si discute e si ama ma è caduto nuovamente nella sua definizione di ragazzino della parocchia. Quello che gioca per vincere e per segnare incurante di un cartellino giallo e di una squalifica da non peggiorare. 
Contrattempi del mestiere, di chi gioca sempre e soprattutto per un solo scopo: dimostrare di essere il n.10 sempre, anche a 38 anni, anche quando lo sanno tutti che sei un fuoriclasse. 
La classifica compare sullo schermo: Roma 25. 
Siamo secondi e la Lazio non è più terza. Papà al telefono è di nuovo contento. Lo sento distratto e mi alleggerisco anche io un po', lo vorrei sempre sentire così: felice.
Ci sono situazioni in cui certe parole non dovrebbero esser dette, nemmeno pensate forse. Situazioni in cui la "pancia" prende il posto del "cuore" e che puntualmente le azioni che ne conseguono si dimostrano sciocche e nocive per tutti. 
Parlo della vita come dell'As Roma, che è una famiglia pure lei, e quello che capita nelle famiglie è che a volte qualcuno perda la pazienza e dica la cosa sbagliata. Così Francesco ha fatto la cosa sbagliata, uscire dal campo senza sedersi in panchina lui che è il Capitano e deve essere d'esempio a tutti non dovrebbe mai uscire dal campo in quel modo. 
Ho sempre amato il calcio perchè lo ritengo la parabola della vita è per questo che voglio concludere oggi con la frase di un Capitano, il nostro Capitano prima di Francesco, Ago che scriveva così: 

"Nel calcio si vince insieme, la squadra e quello che le sta intorno: riserve, massaggiatore, allenatori ecc. - siano essi professionisti o semplici amatori - e aiutarsi è il primo dovere di tutti, dentro e fuori dal campo, sempre". 

E aiutarsi è il primo dovere di tutti, dentro e fuori dal campo, sempre...

AsRoma - Torino 3-0: il ritorno di Kevin Strootman

Il Tea Time più originale della Capitale fatelo in legatoria...

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Tea Time e Book exchange nella legatoria di Roberto Mannoni

Legatoria libri d'Arte Mannoni, dove si rilegano rapporti umani


Quando tutto sembra uguale, proprio quando nessuno riesce a stupirti, ecco che arriva l'artista di turno, quello che rilega libri ma in realtà fa molto di più.
Ero in giro per Monteverde, finita in via Revoltella per errore, quando il mio occhio cade su una piccola legatoria che attrae la mia attenzione perchè mi appare subito molto diversa dalle altre.
Sarà che le uniche volte che ho avuto a che fare con una negozio di quel tipo sono state quando dovevo rilegare la mia tesi, fatto sta che la Legatoria libri d'Arte Mannoni è apparsa alla mia vista come un miraggio o il canto di una sirena. E' stato un breve "viaggio", è per questo che ve ne parlo.
La prima cosa che mi è piaciuta è stata di trovare fuori dalla vetrina, poggiati sul marciapiede una pila di libri colorati e vari con un piccolo cartello che li sovrastava, su cui era scritto "Books Exchange", scambio di libri.
Il fatto che fosse scritto in inglese denunciava la giusta aspettativa di un pubblico anche internazionale e questo, in quartiere come Monteverde poco turistico e poco di passaggio, l'ho considerato un atteggiamento hight profile , da vincenti. 
Inoltre l'idea stessa di uno scambio libri mi ha commossa, in una città cinica dove nulla si presta e molto si ruba, c'è ancora qualcuno romantico come me che crede nello scambio e nella condivisione.
Sulla porta d'ingresso un poster con su scritto"Tea Time, ogni venerdì dalle 17.30 in poi" non ha fatto altro che aumentare il mio entusiasmo.

Legatoria di Libri d'Arte Mannoni : il Tea Time del venerdì

Varcata la porta della piccola (e piena) bottega scorgo cinque persone a chiacchierare attorno a un tavolo con torte, biscotti, bicchieri e teire.
"Benvenuta" mi dice Roberto, che da lì a poco avrei scoperto essere il padrone di casa, e per un momento mi sento come Alice Nel Paese delle Meraviglie. 
Perdincibacco vuoi vedere che sono finita in un libro? 
Per un secondo rimango spaesata e se stessi vivendo una sorta di Tea Time in Rome parafrasando il titolo e la trama di Midnight in Paris di Woody Allen?
"Possiamo offrirti un po' di tè?" prosegue il cortese proprietario, ovviamente ignaro del mio stupore e delle mie considerazioni mute.
"Si, grazie" rispondo e poi chiedo: "Offrite il Te?"
A quel punto Roberto mi dice che ogni venerdì, dalle 17.30 in poi, chi entra nella sua legatoria è il benvenuto. Un appuntamento che dura da quasi due anni, perchè si possa fermare il tempo (almeno una volta a settimana) per guardarci in faccia e parlare un po'. Per scambiarci emozioni, idee, notizie e attenzione. 
Legatoria di Libri d'Arte di Roberto Mannoni: per chi ama il Blues e i libri


Lo ascolto insieme a un'altra coppia di neofiti increduli che esista ancora qualcuno che voglia "rivalutare il quartiere" e creare delle "relazioni umane".
Roberto nel suo racconto si lascia aiutare da un amico, ospite fisso degli incontri del venerdì e dalla signora Maria che lo aiuta con il tè e gli ospiti. Durante la sua spiegazione un paio di amici si affacciano per avvertire che sono un po' in ritardo ma arriveranno a breve.
Roberto sorride a tutti e risponde:
"Non preoccupatevi siamo qua".
Qualcuno porta un dolce, qualcun altro un biscotto.
Guardarsi attorno è bellissimo, gli oggetti che popolano il negozio tirano fuori il ritratto della persona che lo gestisce: un'anima nobile nei sentimenti che ama il Blues e i libri, ai quali ridona la vita con rilegature d'altri tempi.

Legatoria di Libri d'Arte Mannoni: copertine di pelle lavorate a mano da Roberto Mannoni

Mi mostra con orgoglio le copertine di pelle di pelle di alcuni libri, vere e proprie opere d'Arte i cui gigli dorati sono fatti uno ad uno a mano da lui. Un lavoro certisino, frutto di passione ed esperienza.
Roberto Mannoniè figlio d'arte, già suo nonno era nel settore della legatoria e poi suo padre. Avevano perso tutto, Roberto aveva provato a intraprendere un'altra arte essendo lui una persona molto eclettica e creativa, ma alla fine ci sono mestieri che scorrono nel sangue, quelli con i quali sei cresciuto e che diventano parte di te senza che nemmeno ne sia consapevole.  Così ha deciso di ritentare, pur se con tante difficoltà e ostacoli,  e destino ha voluto che quando ha ricomprato la macchina per rilegare si ritrovasse davanti a quella che era di suo nonno.
Anni di sacrifici, momenti in cui stava per chiudere di nuovo, però il cuore ti da la forza per non mallare e lui è ancora lì , pronto a distribuire la sua arte a chi gliela commissiona.
Tante iniziative gli nascono dal desiderio di trovare delle soluzioni alternative al concetto di legatoria in senso stretto. Così nasce il Books exchange e il Tea Time, perchè rilegare non è altro che "ricucire" e magari rendere più bello qualcosa che qualcuno considera demodé e passato... un po' come i rapporti umani all'interno di un grande città.
Roberto non fa altro che il suo mestiere, il rilegatore, cerca di riportare in vita una società che non c'è più.
Andate a trovarlo perchè è prima di tutto un'esperienza umana, cosa davvero rara. 

Libreria di Libri d'Arte Mannoni

 
Legatoria di Libri d'Arte Mannoni, via Revoltella  86, Roma | tel 06 58202285 | Facebook : www.facebook.com/legatoriamannoni

Dr White: il primo studio dentistico per gli 0-16 anni di Roma

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dr.white,nasce a Roma il primo centro di odontoiatria pediatrica e ortondosia | photo www.facebook.com/studiodrwhite

Dr White è il primo centro a Roma di odontoiatria pediatrica e ortodonsia dagli 0-16 anni 

Chi di voi non è cresciuto in uno studio dentistico? Ricordo ancora il giovedì pomeriggio quando mio padre mi portava dall'ormai defunto dottor Cardi, nel centro storico, in uno studio meraviglioso che si affacciava su Piazza Navona. La mia unica consolazione a quell' appuntamento fisso era che all'uscita sarei andata a comprare le caramelle colorate. 
Sarà per questo che sono rimasta molto colpita dalla notizia che un mio amico il Dottor Stefano Marini, insieme ai suoi colleghi, ha deciso di aprire un centro specializzato per l'odontoiatria pediatrica e l'ortodonzia. 
Così ho deciso di fargli qualche domanda ed ecco qui per voi un'intervista che spiega tutto, ma proprio tutto, su Dr White. 
Quindi mamme e zie all'ascolto vi auguro buona lettura!

Dr White è un ambulatorio per bambini e adolescenti: a chi è venuta l'idea e come è stata accolta dai vostri clienti?
L'idea viene dalla nostra esperienza lavorativa. In questi anni di cure specialistiche ci siamo resi conto di quanto un bambino avesse bisogno di un ambiente diverso dagli adulti. La percezione di ciò che li circonda è diversa dalla nostra, quindi un ambiente giocoso e colorato li aiuta moltissimo ad accettare le cure di cui hanno bisogno. L'obiettivo è trasformare il "rito" del dentista un momento piacevole e di gioia. Naturalmente il nostro progetto non si ferma solo all'aspetto architettonico infatti tutti gli operatori all'interno del Dr White sono specializzati nella cura del bambino e dell'adolescente.

E' un progetto che vuole dar luogo a un franchising oppure è più volto a diventare uno studio d'eccellenza in questo settore?
Al momento siamo concentrati nel far bene in questo studio. É possibile che in futuro verranno aperti altri centri.

Quante di queste realtà esistono a Roma e in Italia?
Naturalmente ci sono molti specialisti in Ortognatodonzia e  Odontoiatria pediatrica che operano negli ambulatori tradizionali, quasi nessuno invece completamente pensato, progettato e realizzato con questo specifico obiettivo. A Roma credo sia il primo centro di questo genere.

Una volta cresciuti i ragazzi dovranno scegliere un altro dentista?
No! A pochi metri dal Dr White è presente la nostra struttura principale, lo studio a.p.g.r. un grande centro odontoiatrico con certificazione qualità iso 9001 (anche questa cosa più unica che rara) in cui più di 15 medici odontoiatri si occupano di tutti gli aspetti della salute orale.

Dr. White, come nasce questo nome?
Il nome Dr white è pensato naturalmente per essere facilmente ricordato e soprattutto che esprimesse, insieme al logo, allegria al primo impatto.

Nello specifico quali sono i servizi "in più" che Dr. White offre ai suoi piccoli clienti? (per esempio esistono kit, regali, diplomi o cose del genere ?)
In primo luogo bisogna sottolineare che nel nostro centro si utilizzano tutte le migliori tecniche per l'approccio al bambino anche odontofobico.  È possibile eseguire la sedazione cosciente per i pazienti particolarmente ansiosi ad esempio.  La gratificazione del piccolo paziente é importante quindi si, sono previsti piccoli doni o diplomi alla fine delle cure.

Parliamo di costi. Si sa che di questi tempi il dentista è una spesa ancora più "pesante" da sostenere per le famiglie, siete uno studio convenzionato? Avete delle agevolazioni per chi ha più di un figlio?
Abbiamo tutte le convenzioni con le più importanti assicurazioni sanitarie nazionali, la convenzione con il club medici per le cure a tasso zero, e sono previsti sconti per le famiglie che hanno più di un bambino in cura o nella quale i genitori sono in cura presso lo studio a.p.g.r.



Puoi descrivermi il primo giorno di un bambino a Dr White?
Il primo giorno di un bambino o di un adolescente al Dr White inizia con qualche gioco o un disegno in sala d'attesa. I più grandi potranno giocare una partita alla playstation o consultare il proprio tablet grazie alla connessione wireless. 
Successivamente inizierà  il suo percorso odontoiatrico attraverso una prima visita e, se necessario, di una rx ortopanoramica sempre eseguibile nei nostri studi. 
Una volta stabilita la necessità di intervenire i genitori riceveranno un preventivo dettagliato del piano di cure e di tutte le delucidazioni necessarie.
Per curiosità anche l'età media dei dentisti è particolarmente "giovane"?
Lo staff del Dr White è un mix di esperienza di lunga data  con il Dott Giovanni Di Caccamo e il Prof Gianluca Mampieri insieme ai giovani Dottori Stefano Marini e Desireè Tarantino. Tutti hanno con diversi anni di esperienza e laureati in Odontoiatria e Protesi Dentale con specializzazione in Ortognatodonzia.
Dr. White prevede anche visite a domicilio?
Dr White: dal dentista a volte si gioca
Beh, no l'utilizzo di strumentazione ad alta tecnologia e il massimo grado di attenzione all'igiene fa si che il paziente deve venire nella struttura per ricevere cure di qualità.
Progetti per il futuro?
Come ti dicevo in questo momento siamo molto concentrati nello sviluppo di questo studio. Vogliamo realizzare un centro che rappresenti l'eccellenza in questo particolare settore e che possa eventualmente essere replicato secondo i nostri precisi standard di qualità.

Se ancora non avete le idee chiare e volete saperne di più vi allego questa video intervista che vi racconta di Dr White e soprattutto vi mostra i dottori che fanno parte di questo bel progetto:


Dr Whiteè anche su Facebook:  www.facebook.com/studiodrwhite potete andare a dare un'occhiata per essere al corrente su tutte le novità.

Dr White, studio di odontoiatria pediatrica e ortodonsia | via Tuscolana 340, 00181 Roma | orario:  lun. - ven dalle 10.00 alle 19.00 e il sabato mattina | tel 06 45508810

Lo Studio a.p.g.r.è aperto anche ad agosto e durante le festivitá natalizie per qualsiasi urgenza sia dei pazienti dr white sia per i pazienti a.p.g.r.






















Atalanta - As Roma: Roma brutta ma tre punti belli...

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Atalanta - As Roma 1-2 | photo www.facebook.com/officialasroma/photos

Una brutta As Roma vince a Bergamo contro l'Atalanta di un Colantuono furente. 


Si nasce belli e si muore ancora più belli: con le rughe della vita che ti solcano il volto, con gli occhi pieni di quelle immagini che hai racimolato strada facendo e con il cuore ricucito in più punti ma ancora pulsante.
E' per questo motivo che una Roma brutta non può esserlo per sempre e che una partita poco brillante può trasformarsi in bella quando, al fischio dell'arbitro, la classifica ti spara in vetta per un'ora per poi rimandarti al secondo posto in attesa del giorno in cui la cima sarà solo tua.
Le partite sono così e se uno nasce bello difficilmente diventa brutto. 
L'AS Roma quest'anno e come una miss in un concorso di bellezza di piccoli sgorbi, passatemi il paragone vanitoso, deve combattere solo con l'esperienza di un'altra miss, la Juventus, bella si ma soprattutto furba, una miss che "sa come va il mondo", mettiamola così. 
Orfana di Totti, e di molti altri, la Roma ha iniziato male la partita. 
Al primo minuto, nemmeno il tempo di sedersi davanti al proiettore di zio Bri, che un gol di Moralez frena ogni entusiasmo. 
Roma mia che te succede???
La formazione di casa Gargioli alle ore 18.00 di un sabato pomeriggio di fine novembre è la seguente: Zio Bri, Mirko, io e Giulia. 
Zio Bri commenta la partita con Fabio al cellulare e inveisce contro Cole; Mirko inveisce contro Cole e Astori; io inveisco contro Cole, Astori, l'arbitro Massa e tutto il mondo. Giulia se ne sta in silenzio, tanto io inveisco anche per lei.
Papà è disperso in Toscana probabilmente alla ricerca di un televisore dove poter vedere la partita. 
Al minuto 24' un gol meraviglioso di Ljajic (a mio avviso il migliore in campo) riporta la situazione in pareggio ma solo dopo una loro traversa e un episodio dubbio nello loro area di rigore. 
Gli ammoniti nemmeno si contano, praticamente tutti i nostri, e pensare che a fine gara il "romanista" Colantuono si lamenta della terna arbitrale quando è difficile spiegare come i falli di Dramè nessuno li abbia visti. 
Al 43'Radja Nainggolan, il nostro Ninja e il mio Moicano, raddoppia e porta la Roma, e tutta la platea di casa mia, con un balzo in cima al mondo. 
Radja mio che dio te benedica da qua all'eternità! Ma chi te c'ha mannato a Roma, extratterestre con er ciuffo in testa??? 
Altro che E.T. i nostri alieni non sono buoni per niente: corrono e se decidono di buttare giù la porta lo fanno, ah se lo fanno. 
Il secondo tempo è stata una tortura. 
Loro che non mollavano e noi che non riuscivamo a mettere in rete quel gol che avrebbe significato vittoria. 
Daniele De Rossi poi la stava combinando grossa... ma  la sua esultanza finale lo riscatta di qualsiasi prestazione. 
Lui è uno di noi e, dato che ho il cuore tenero, non ce la faccio proprio a scrivere male di Daniele. Ha l'anima giallorossa, l'emozione, il fiato, la paura, il sangue giallorosso. Lui è la parte della Roma che pulsa e che sogna. E' noi.
L'arbitro fischia la fine di una partita che ha visto al 90' l'espulsione di Boakye, giocatore dell'Atalanta, per aver insultato l'arbitro.
La partita di Bergamo è già un ricordo, domani in un clima da pinguini, la Roma dovrà dimostrare di essere una grande squadra contro il Cska a Mosca in un girone di Champions League davvero difficile.
Una partita che sono pronta a giocare dal divano di casa mia con tutta la voce che ho... e voi?
  

Cska Mosca - As Roma: 1-1. Un romanista lo sa.

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Cska Mosca - As Roma 1-1, gol di Totti | photo www.facebook.com/officialasroma  
 

Cska Mosca - As Roma 1-1, l'approdo agli ottavi di Champions si complicano.

La penultima partita del girone di Champions League si è conclusa con un pareggio all'ultimo secondo (letteralmente) da parte dei russi. 
"Una beffa" per l'As Roma, così è stato definito da molti il risultato che complica parecchio la situazione dato che il Manchester City ha vinto contro il BayernMonaco piazzandosi a quota 5 insieme a Cska Mosca e ad As Roma
Per quello che mi riguarda parlare di beffa è sbagliato, un romanista lo sapeva già che sarebbe finita così, nel modo più complicato possibile intendo. 
Un romanista lo sa, non perchè si piange addosso o per pessimismo, badate bene non è questo il senso del mio "un romanista lo sa". Tutt'altro. 
Un romanista lo sa perchè chi conosce e segue la Roma è come una mamma con un figlio. La conosce talmente bene che prevede le sue mosse e soprattutto entra nella sua testa. 
Ieri sera avevo amici a cena, mi ero organizzata in maniera tale che tutto fosse pronto prima del calcio d'inizio. La televisione era rimasta spenta fino a un quarto d'ora prima delle 18 proprio per ottimizzare i tempi ed evitare che la distrazione prendesse il sopravvento. 
Aliciotti in forno messi. Condimento per la pasta, già pronto in padella. Birra in frigo e ... acqua, manca l'acqua porca miseria! Sms al volo a Mirko che arriva a casa alle 18.20 tutto trafelato e senza bottiglie in mano. 
La Roma gioca bene e non mi va di arrabbiarmi e allora penso che, se per una sera si va avanti a birra, chissene frega, del resto Mirko aveva in mente solo la Roma come si può non giustificarlo considerata l'importanza della competizione?
Sul divano concentrati fino a quel minuto, il 43, quando Totti prende la palla per battere una punizione. 
Normalmente il primo pensiero davanti a quella scena è uno solo: la palla che si scaglia contro uno dei poveri malcapitati giocatori schierati in barriera. 
"Cazzarola manca Pjanic" dice Mirko preoccupato.
Questa volta però no. Mi sento stranamente tranquilla, perchè un romanista lo sa. La sensazione era sintetizzabile nella segue frase: "Il Capitano gli sfonna la porta". 
Lo penso e lo scrivo a Barbara su Whatapp. 
Francesco segna, apre le gambe e infila il dito in bocca e lo sapevo che sarebbe andata così. 
Lo sapevo perchè Totti è un fuoriclasse, lo sapevo perchè è il nostro Capitano e quando c'è da risolvere partite così, ci pensa lui, sempre. 
Lo sapevo perchè un romanista lo sa e quando rivedo le immagini e scorgo Daniele De Rossi buttarsi a terra per evitare di deviare la punizione, implodo d'amore, di quell'amore per la Roma che solo un Totti, un De Rossi e un Florenzi possono capire.
Il secondo tempo inizia in un modo che poco mi piace e allora divento insofferente. Quando gli episodi e soprattutto gli atteggiamenti prendono una piega inaspettata, l'unica cosa che mi rimane da fare è distrarmi. 
Così inizio a prendere la pentola dell'acqua e a tagliare il pane. Riscaldo i broccoletti mentre taglio in piccole parti la pizza con il rosmarino. 
Mirko si avvelena e quando Naingollan si mangia il gol del raddoppio (cosa già capitata a Florenzi nel primo tempo e prima del gol di Totti) la sensazione che qualcosa di "fastidioso" stesse per palesarsi prende il sopravvento. 
Un romanista lo sa che, se non si chiudono le partite quando ti capitano le occasioni, prima o poi il gol lo prendi. 
Così mentre avvenivano i cambi a 10 minuti dalla fine, in me cresceva la convinzione che se Mirko non fosse saltato sul divano urlando come un pazzo per il raddoppio, questa partita mi sarebbe andata di traverso come una lisca di pesce in gola o "un cazzotto di Tayson" per citare sua divinità Totti. 
Un romanista lo sa. 
Lo sa che se la Roma al minuto 92 e 50 secondi invece di spazzare la palla, se la fa scippare a metà campo, quella stessa palla finirà alle spalle del suo portiere. E così è andata. Palla persa e gol preso allo scadere del recupero. 
Peggio di così? Si, c'è sempre peggio di così, c'è la possibilità remota che un Bayern Monaco imbattuto possa essere sconfitto da un Manchester City che ha finora dimostrato di essere in pessima condizione. 
Una probabilità talmente remota che è capitata. Grazie a Benatia, che si è fatto buttare fuori costringendo la squadra di Guardiola a giocare per quasi tutta la partita in 10 contro 11. Cosa che per altro stava facendo benissimo dato che, dallo svantaggio iniziale, era passata in vantaggio in poco tempo. Peròun romanista lo sa, lo sa che se non si crea la condizione peggiore, perchè unica, per la sua Roma non ci sarebbe sufficiente ansia per andare allo stadio il 10 dicembre.

Un romanista lo sa come andrà a finire?

In realtà credo che tutti possiamo fare qualcosa: per esempio evitare di andare allo stadio se non ci si va mai.
Evitalo per la Roma, tifoso occasionale, perchè ogni volta che lo stadio è quello "delle grandi occasioni" la Roma fallisce. 
Non ti è bastato vedere Roma - Bayern Monaco? E dire che lì di gol ce ne sono stati 8. Vogliamo parlare del 26 Maggio famoso allora? Ancora non ti ho convinto, se vuoi proseguo? 
Ecco, ti supplico, fatteli bastare. Rimanitene al caldo di casa tua, con un bel pezzo di pizza tra le mani, tifando come sei solito, dal posto che "per tua" scelta è quello da cui segui il Campionato. Guarda te lo suggerisco pure con un po' d'invidia, perchè al calduccio si sta tanto bene, si sta.
Un romanista lo sa che quella a Roma contro il Manchester City sarà una battaglia e non una guerra, quindi, lo sa che qualche chances di vincere la Roma ce l'ha ancora. 
Basterà scendere in campo concentrati per 90 minuti, portiere compreso.
Il rodimento prende il posto dell'euforia ma per fortuna ci sono gli amici a cena così tra una birra e un whisky anche il rodimento si scioglie e la consapevolezza prenda il posto della paura. 
Basterà non avere paura. 
L'impresa si può fare, un romanista lo sa

ps. comunque per chi ama le complicazioni ecco tutto quello che può ancora capitare perchè l'As Roma si qualifichi :  www.gazzetta.it/Calcio/Champions-League/Roma


As Roma - Inter 4-2: i conti tornano sempre.

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AsRoma - Inter 4-2: Miralem Pjanic autore di una doppietta

As Roma - Inter è finita 4-2, in clima di euforia amplicato dal provocatorio comportamento dell'ex di turno Pablo Daniel Osvaldo.

Già nei giorni precedenti era salita un po' di tensione. La partita con l'Inter è sempre una specie di derby per me, vuoi per il loro gemellaggio con i cugini laziali, vuoi perchè il mio ex capo è interista e soprattutto per colpa di un ricordo che ha segnato il mio tifo nel lontano 3 maggio 1999. 
Era un Roma - Inter finito 4-5 con un gol di testa di Diego Simeone al minuto 87 proprio sotto la Curva Sud. Una delusione che ancora brucia.
Ne è passato di tempo da quella partita in cui i bagarini ci avevano venduto gli unici biglietti disponibili fuori dai cancelli e io e Andrea M. (il mio migliore amico di tanti anni fa) avevamo trovato solo posti in piedi, appoggiati alla fine delle scale d'ingresso di uno dei settori della Sud. Uno stadio pieno come quello non lo ricordo, se non per occasioni davvero speciali. 65.966 spettatori, recitava il tabellino post match. Roba da capogiro, roba di un calcio che è scomparso davanti a sua maestà la "diretta televisiva".

A distanza di 15 anni però i conti tornano.

AsRoma - Inter 4-2: l'esultanza sotto la Curva Sud

Il tempo restituisce quello che ti prende ed è così che è arrivato il 30 novembre 2014, silenzioso e galantuomo, pronto a ridare il maltolto.
In campo una Roma superiore a quella del lontano 1999 e un'Inter probabilmente meno forte. Insomma le parti si sono capovolte ma in campo è sempre una gara avvincente.
Sugli spalti eravamo al completo: io, Mirko, Christian, Marco, Antonella, Sandro e Matteo. Ancora increduli per la partita di Mosca ma convinti della forza della nostra squadra, una forza che non svanisce con qualche pareggio e un paio di sconfitte.
Daniele, altro fedele abbonato, mostra ancora un po' di malcontento e inizia si lancia in una serie di lamentele che arrivano alla provocazione con la seguente frase: 
"Dodò pure le punizioni ora batte, che non lo rimpiangi Dodò?" 
Sapeva che a una frase del genere Christian avrebbe ceduto con la sua veemenza, un misto di urla e romanistità che si trasforma nella risposta:
"'O rimpiangerai tu Dodò, 'n vedi questo. Che me toccà sentì? Nun ce venì allo Stadio no? Che ce vieni a fà, tanto mo' pe''na partita pareggiata è un miracolo se 'namo a ffà l'Intertoto". 
In fila ai tornelli per entrare in Curva si ride, l'aria è distesa nonostante la notizia della vittoria della Juventus a 4 secondi dalla fine del derby.
"Nun ce se crede! Er Padreterno dalla parte loro c'hanno".
Qualcuno non si trattiene, a me rode dentro ma taccio. Concentrazione è la parola d'ordine. A dire la verità un po' c'avevo sperato nell'impresa del Torino. Poche ore prima avevo detto a mio padre, sicuro che i bianconeri avrebbero vinto 4-0, che poteva essere la domenica buona per l'aggancio.
"Ma che stai a dì? Noi con l'Inter non abbiamo una partita facile".
Un "mah" era uscito spontaneo dalla mia bocca cucita su una faccia dall' espressione dubbiosa. 
Non c'è stato un solo momento nel quale ho temuto una defaillance della mia Roma. Un romanista si distingue anche per questo, un romanista sa... ma questo già ve l'ho spiegato la volta scorsa.
Con i panini pronti, uno con il polpettone e una mini baquette (scusate i francesismi ma è tutta colpa di mister Garcia), con mozzarellina di bufala e prosciutto, ero pronta ad affrontare qualsiasi nemico.
La Roma scende in campo e la Curva Sud non esita a fischiare Osvaldo che, da quando è diventato ex, dimostra la sua rabbia nei confronti di noi tifosi, come se fossimo la causa dei suoi fallimenti sportivi. 
Un atteggiamento da "poveretto" il suo che, preso dalla smania di dover dimostrare quanto fosse forte, ha iniziato a esibirsi in capovolte nell'area di rigore, alla ricerca di un gol che, ovviamente, è arrivato al minuto 12 del secondo tempo seguito da un' esultanza decisamente fuori luogo del "poveretto" argentino, soggetto affetto da egocentrismo compulsivo.
Un'esultanza per un 2-2 che ha definitivamente segnato la sconfitta della squadra di Mancini, perchè se non avesse provocato fuori luogo la Curva Sud (e quindi i giocatori in campo) forse la reazione non sarebbe stato tanto accanita. 
Facciamo un passo indietro quando a minuti rovesciati, ossia al 21esimo minuto del primo tempo, a sbloccare la partita era stato un veloce Gervinho che aveva scheggiato la palla nell'area di rigore dell'Inter mandando in estasi l'Olimpico. 
Un vantaggio durato appena quindici minuti quando Ranocchia butta la palla alle spalle di De Sanctis
Il primo tempo si conclude così mentre la pioggia cominciava a cadere, rompendo un caldo che sembrava più primaverile che invernale. L'ora del panino era arrivata sul pareggio, anche un tifoso gioca e ha bisogno di recuperare le forze.
"La Roma c'è si può fare".
La sensazione della vittoria è comune e si consolida quando al 2' del secondo tempo Holebas inizia a correre, a correre, a correre finchè non segna un meraviglioso 2-1.
"Non ci posso credere, Holebas mio che hai fatto!"
Che ha fatto???  Hai segnato mentre addentavo la mini baquette? Che modo è, senza avvisare, per poco mi strozzo! Tutti saltati in piedi mentre io a bocca piena rimanevo seduta. Mai mangiare un panino durante la partita, rischi di morire strozzata.
E poi arriva lui "il guastafeste", quello che se non sta al centro dell'attenzione si sente male. Osvaldo segna, non ha il coraggio di mostrare la maglietta bianca che porta sotto quella ufficiale e instiga tutto lo stadio alla rabbia collettiva. Pensate urla sotto la sua curva, inpiega 5 minuti per tornare in campo e con le braccia e i pugni chiusi continua ad agitarsi rivolto alla tribuna Montemario e alla Curva Sud. Riesce a fare tutto ciò senza nemmeno prendersi un cartellino giallo eppure Francesco Totti per molto meno contro la Juventus un cartellino giallo l'ha preso e come: inspiegabile.
Sarà stato questo il motivo che ha ispirato l'ennesima magia del Capitano che da terra, ancora una volta, dimostra di avere gli occhi dietro la testa creando un assist per quel fenomeno di giocatore che si chiama Miralem Pjanjic che segna di potenza e porta la Roma in vantaggio.
A questo punto accade qualcosa, forse l'arbitro si ricorda che non ha ammonito Osvaldo per l'esultanza poco appropriata, forse è solo stanco e non ce la fa più a correre, fatto sta che tira fuori un cartellino rosso per Mancini l'allenatore protestatore.
La Roma però non ha finito. 

Osvaldo l'ha fatta grossa, deve capì con chi se l'è presa. Hai fatto lo spiritoso er Jhonny Deep de Noantri? E mo' so' cazzi tuoi, vogliamo vedè se esulti ancora.
La Curva Sud continua a inveire contro l'argentino e con cori, qui non trascrivibili, se la prende con lui e incita la squadra.
Stanno per scadere i minuti regolamentari quando l'arbitro Mazzoleni ci concede una punizione dal limite. Miralem sulla palla e poi... è delirio! Punizione perfetta è 4-2.
"Pure noi vinciamo all'ultimo secondo! Pure noi "
Grido verso il nulla immaginando juventini e russi davanti alla tv. Avrei voluto un primo piano, avrei voluto la faccia di Osvaldo davanti alla mia per dargli una serie di ceffoni, per tirargli il cipollino e fargli mostrare la sua maglietta se c'aveva ancora il coraggio... e poi dirgli :
"E chi t'ha purgato adesso??? Dillo chi t'ha purgato???"
Poi ho visto il solito Daniele De Rossi e c'ha pensato lui a fare tutto quello che avrei voluto fare io. Con sorriso barbuto ha incitato dal campo il nostro tifo, ha esultato davanti la faccia di Osvaldo e ha saltato e urlato come un matto.
Il Ninja miglior giocatore in campo è intervistato ai microfoni di Sky, lui che non s'è fermato un attimo. Lui l'indistruttibile racconta di una vittoria voluta mentre il Mister Garcia festeggia sotto la Sud.
"So' distrutta come se avessi corso la maratona" confesso, mentre torniamo a piedi verso il motorino.
"Posso pure prendere il canotto per andare a casa, abbiamo vinto e 'sto 'na favola" dice Marco mentre qualcuno dietro di noi confessa:
"Godo così tanto che Osvaldo pe' godè come me deve fa''n altro fijo".
Osvaldo... poveretto te che non c'hai capito niente. Te che potevi avere il cuore di tutta questa gente, te che continuerai a segnare gol senza importanza perchè alla vittoria si arriva con il cuore.
Poveretto Osvaldo che scrive "Poveretti" a noi, che cambia maglie e mogli ogni due anni.
Intanto penso al rientro di Maicon e alle sue discese che mi erano mancate. A Nainggolan che sia benedetto quel mercato di gennaio dello scorso anno che ci ha portato un giocatore stratosferico nella rosa. Penso al Capitano che da terra crea un assist per Pjanic e penso a Miralem che realizza due gol fondamentali, con quella faccia schiacciata e quella voce delicata. Miralem una persona per bene. 
Chiamo papà che loda la classe del boemo: 
"Abbiamo un giocatore che è un fuoriclasse". 
Su Roma smette di piovere. La classifica dice 31, la Lazio è a -11 e la Juventus sempre a +3. 
"Avanti così non può vincere per sempre" dice Mirko commentando la vittoria.
Non può vincere per sempre, prima o poi finirà proprio come ha smesso di piovere.

As Roma - Inter 4-2: l'esultanza di Mister Garcia sotto la Curva Sud 



 photo:  official As Roma facebook 

La Muffineria, un angolo di Londra a Roma

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La Muffineria, in via Ostiense a Roma

 

Muffin dolci e salati. Se amate i Muffin La Muffineria è il posto che fa per voi


Trovarlo è stato un po' complicato per me che considero via Ostiense, a Roma, a partire dalla facoltà di Giurisprudenza di Roma Tre per finire a Piramide.
Nonostante la mia convinzione alla fine la missione è stata compiuta. Infatti, come San Paolo sulla strada di Damasco, qualcuno mi ha ricordato che esiste un'altra parte di via Ostiense, quella dove c'è la mia ex facoltà di Lettere.

Se appartenete anche voi al popolo degli amanti dei muffin, quelli che ne mangerebbero uno al giorno e che passerebbero una gran parte del loro tempo a sfornarne di tutti i gusti, questo è il locale che fa per voi.

Allora avrete senza dubbio già provato il posto di cui oggi voglio raccontarvi. Avevo sentito parlare tempo fa di questo locale specializzato nelle soffici golosità e allora perchè non farci un salto, mi sono detta. In sella alla mia vespa, nonostante le intemperie mi sono avventurata.

La Muffineria: ingresso con altalena
 Un paio di altalene all'ingresso ti attendono per darti il benvenuto, simbolicamente pronte a farti spiccare il volo per un'esperienza divertente e gustosa.
Poi un bancone letteralmente costruito con i libri: perchè mai un posto del genere non c'era quando ero costretta a trascorrere giornate intere in facoltà? Ingiustizie.
Non appena superata la porta, vengo accolta con cordialità e mentre cerco un posto per ricaricare il cellulare, mi osservo intorno ed aspetto il mio calice di bianco con un buon maffin salato mortadella e stracchino che viene infornato subito dopo il mio ordine.
Devo attendere i minuti sufficienti perchè il muffin sia pronto. Sulle pareti spartiti ripiegati e frasi occupano i miei pensieri.
La Muffineria, particolare di una parete

Una scala porta al piano superiore che vado a visitare.
Un'altra sala accogliente mi si presenta con comode sedute, libri e giochi da tavolo sparsi. Durante la settimana, mi spiegano i due ragazzi che gestiscono il locale, si organizzano serate jazz e karaoke.

La Muffineria, il mio muffin appena sfornato


 
Il muffin arriva bollente. Ha proprio un bell'aspetto, mentre lo apro per raffreddarlo un po', una ragazza entra e ordina una serie di varietà salate e dolci di muffin da portare via.
Penso che non è una cattiva idea e che per cena qualche muffin tiepido è proprio buono.
Lo penso ancor di più quando mangio il mio: saporito, profumato e tiepido. Mi viene voglia di mangiarne altri due ma l'ora di cena si avvicina e preferisco evitare.

La Muffineria, muffin mortadella e stracchino
M'informo sugli orari che il locale osserva e con sorpresa scopro che è sempre aperto. Mi ripropongo di tornarci il prima possibile per una buona colazione o un pranzetto veloce.
Mi è piaciuta proprio la Muffineria, un posto molto "milanese" e uso questo aggettivo esclusivamente in modo positivo perchè a Milano su queste cose sono avanti da tempo. E se "milanese" non vi piace, direi "londinese" o "berlinese"...
Una via di mezzo tra un bistrò e un bar, elegante e attento al dettaglio oltre che al cibo. Dal salato al dolce un posto dove si può meditare o chiacchierare.

E poi quello che in assoluto mi è piaciuto è stato il bancone... guardate qua:

La Muffineria, l'originale bancone fatto interamente di libri 







La Muffineria, via Ostiense 383, Roma | 06 83904695 | e.mail info@lamuffineria.net | fbwww.facebook.com/LaMuffineria

As Roma - Manchester City 0-2 : la Champions ai Campioni

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AsRoma - Manchester City 0-2: la Roma è fuori dalla Champions

La Roma ha perso 0-2 all'Olimpico contro un Manchester City "rimaneggiato" e fortunato.

C'è chi lo dice dal giorno del sorteggio, giocatori inclusi. Qualcuno ha raccontato di uno di loro uscire quel giorno dal centro sportivo di Trigoria, ridendo e dichiarando:
"Ok, vinceremo l'Europa League".
Non mi sorprende dunque l'epilogo che mercoledì sera all'Olimpico si è avverato, sotto gli occhi innamorati di 60 mila tifosi. 
Testimoni oculari di un omicidio di massa, tutti compatti sulla scena del crimine, ci siamo ritrovati a difendere la vittima che ha provato a sopravvivere, opponendosi a un destino che la voleva morta. 
Cosi, come un gladiatore contro un leone, quanto può provare a lottare?  Fino alla morte ed è questo che Roma mia ha fatto.

"Roma o Morte!"

Eccolo il grido, proprio come l'epitaffio inciso sulla base della statua di Garibaldi al Gianicolo. Un'esortazione il cui senso originario era diverso ma che voglio interpretare come un comando, che  tutti i giocatori della squadra hanno eseguito: "Onora Roma e fallo con tutte le forze".

Martedì sera, a inzio partita, il calore della gente scioglieva il freddo e l'umidità di una serata che voleva congelare le emozioni, per tenersele dentro qualche altro mese ancora.
Quello che mi piace di più, quando scrivo il mio diario, è soffermarmi sui particolari più che sulla cronaca calcistica, di quella ne sono già piene le bocche a fine primo tempo e le prime pagine dei giornali il giorno seguente. 
Quello di cui scrivo è una raccolta di attimi, pennellate di vita che la partita in campo maschera in un contorno invisibile e poco interessante. 
Non racconterò quindi del palo preso quando si sarebbe potuto pareggiare, nè di un primo tempo che ha visto i giocatori della Roma coraggiosi combattenti e sfortunati. 
Vi racconterò, piuttosto, di mio padre che cucinava con la radiolina accesa, sperando di poter fare la "sua parte" mentre sfamava gente senza fede sportiva e di come ha accennato a un piccolo salto quando il radiocranista ha detto "Palo! Roma vicinissima al gol!"
Delle donne e dei bambini che mostravano un' espressione di pura sorpresa e gioia quando ritrovavano la loro faccia sfondare l'Olimpico sul grande schermo. 
Voglio raccontarvi dei panini con le polpette e il sugo ancora tiepidi per scaldarsi sugli spalti dove il Borghetti non è più presente, e della pizza con la nutella congelata; delle innumerevoli sciarpe tese durante Roma Roma; dei fumogeni colorati che non permetto di vedere la partita ma la rendono più calorosa e allegra; della Curva Sud, di una Curva che, al 90' dopo una sconfitta che è valsa la squalifica dalla Champions League, ha gridato a una sola voce: 
"Vinceremo il Tricolor!" 
Illusi, pazzi, stanchi e disperati??? No. Chi è innamorato non è stanco mai, non è pazzo mai, non è illuso mai. E non si tratta del solito tifoso della Roma, di quello che "è il male della Roma" perchè non vuole una squadra forte, perchè si accontenta.
No, amici miei, siete lontani anni luce se pensate questo. Il vero tifoso della Roma sa come finiscono certe partite e lo sa prima di altri e vede quando la maglia, perchè solo quella conta, quando la maglia è sudata. Mercoledì sera quella maglia lo era.
 I giocatori erano stanchi e non volevano andare sotto la Curva per il rimmarico e lo sconforto.  Per la vergogna di non essere all'altezza. Come una mamma conosce i pregi e i difetti di un figlio, fino a dove può arrivare così la Curva ha capito che quest'anno non si poteva andare oltre.
L'Olimpico ha regalato ancora una serata unica, una di quelle che rinnovano la mia fede calcistica. Ci vuole coraggio per giocare contro i più forti, ci vuole coraggio per non mollare fino alla fine ed è il coraggio che rende un uomo diverso dall'altro. 
Per questo Christian si è scaraventato contro quelli che al secondo gol subito si sono alzati e se ne sono andati impedendo a chi : "la Roma la tifa davvero, di vedere la partita fino alla fine". 
Fino alla fine... come la fede giallorossa, come un credo, come un vero tifoso.
E fino alla fine andremo, anche questa volta, magari in un' Europa League che qualcuno disprezza, oppure solo in un Campionato che è alla portata, perchè la Roma è forte, fortissima. E un tifosa lo sa, come una mamma per cosa la sua squadra può lottare.

Post Scriptum:  Se non ho narrato di Roma - Sassuolo è solo perchè avrei dovuto scrivere qualcosa di poco piacevole nei confronti di un paio di persone, così ho deciso di aspettare prima di dire la mia su Daniele De Rossi e su Mister Garcia.

Genoa - As Roma 0-1: la vetta è vicina

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Genoa - As Roma 0-1: Naingollan, il nostro ninja esulta dopo il gol del vantaggio

 

Genoa - As Roma 0-1, la Roma vince eppure qualcuno non è contento

I tifosi so' strani. Ce ne sono di tanti i tipi come le piante, come gli animali. Ci sono quelli che tifano la maglia e quelli che tifano i giocatori, quelli pessimisti di natura e quelli che non si arrendono mai nemmeno al 90' sul 4-0. 
Del primo tipo ne conosco davvero pochi, di solito sono i bambini alla prima fase del tifo. Del secondo ne conosco uno in particolare: mio padre. Per lui la Roma è al di sopra di ogni dubbio. Lui è l'incarnazione del motto "non si discute, si Ama".
Tutto questo per raccontarvi della partita di domenica. Protagonisti : Chiara e Mirko, due tipi di tifoso diversi. 
La posizione sul divano era quella comoda della partita di domenica finalmente alle 15.00. Pancia piena e piedi scalzi, cellulare nella mano per controllare i commenti del gruppo Fantacalcio su WhatsApp e tazzina di caffè che mi guarda per essere svuotata. 
La partita inizia, il campo di Genova è sempre disastrato ma non abbiamo scuse dobbiamo vincere infatti la Juventus ci ha nuovamente servito sul palmo della mano la possibilità di accorciare le distanze. 
Online e su Sky i commenti sull'incapacità della Roma di approfittarne m'innervosiscono. 
"Ne approfitteremo come le altre volte" commenta qualcuno credendosi simpatico, uno di quei tifosi "pessimisti" di cui accennavo sopra. 
I telecronisti Sky mettono in dubbio le potenzialità della Roma dicendo che "il contraccolpo psicologico" per l'uscita dalla Champions League può aver "buttato giù" l'umore della squadra, "bisogna vedere che reazione avranno i giocatori" dice uno dei commentatori. 
La Roma è uscita dalla Champions perchè non era forte abbastanza, cosa che invece è (e lo è abbastanza) per il Campionato Italiano.
Avvelenata dalla visione di Juventus - Sampdoria, per le valutazione arbitrali come sempre a senso unico, vi lascio immaginare la mia reazione quando, a meno di un minuto dall'inizio, c'è un fallo da giallo per il Genoa che viene graziato dall'arbitro. Grazia che non spetta ad Astori e, dopo qualche minuto, nemmeno a Yanga - MBiwa che si prendono un bel cartellino giallo che per Astori, diffidato, significa squalifica al prossimo turno. 
Stessa sorte per Pjanic e poi c'è chi si lamenta a fine partita dell'arbitraggio, va beh procediamo. 
La Roma fa la partita. Nessun pericolo dalle parte di De Sanctis. 
Tanti gol mangiati e poi arriva l'episodio: Nainggolan, atterrato da Perin, cade in area di rigore. Perin espulso e alla Roma viene assegnato il calcio di rigore. 
Ora qualcuno dovrebbe spiegarmi perchè se a cadere è Naingollan a calciare deve essere Ljajic. Al posto di Perin subentra l'esordiente portiere Lamanna.
Alla parola "esordiente" io e Mirko ci siamo guardati in faccia sicuri di quello che sarebbe accaduto e infatti non esistono distinzioni di tifoseria davanti a queste cose. Il tifoso romanista lo sa, quando entra un esordiente farà di certo il fenomeno. Così Ljajic tira e Lamanna para. Il risultato è fermo sullo 0-0 ma il Genoa giocherà in 10 per 60 minuti, l'idea di potercela fare è tangibile. 
Il tempo di pensare si può fare, che il solito, unico, immenso, fenomeno, ninja Nainggolan sforbicia dal limite dell'area e segna un gol meraviglioso. 
Io e Mirko saltiamo in piedi dal divano, urlando come matti un "Dajeee" lungo da qui fino a Marassi. Pochi minuti e finisce il primo tempo. 
Rifacciamo il caffè e prendiamo un dolcetto. Nell'attesa ricontrolliamo le occasioni. Scende nella gola l'ultimo pezzo di pasticcino e la partita ha nuovamente inizio. 
Il copione è sempre lo stesso ma con i due centrali giallorossi ammoniti bisogna stare attenti. Per fortuna Maiconè, insieme al Ninja, instancabile.
La Roma nonostante gli sforzi, spreca e non raddoppia. Il fantasma di un nuovo passo falso avanza terrificante ed è a questo punto che escono fuori le due anime del tifoso. 
Mirko inizia a inveire contro una squadra che "gioca male e non si può vedere" mentre io tiro fuori la migliore delle arringhe di difesa sostenendo che la Roma ha costruito tanto e che gli è mancato il gol ma "questa partita la vince, la vince per forza". 
Quando Totti sta per entrare in campo, un siparietto bellissimo si mostra alle telecamere. 
Keita vuole dare la fascia al Capitano ma lui lo rimanda in campo alla sua maniera : 
"Nooo, va' a giocà!"
Al 93' quando il Genoa segna un gol, successivamente annullato, Mirko giaceva morto sul divano e io per alcuni attimi ho pensato di non potercela fare, poi il miracolo: gol in fuorigioco (e c'era!) quindi non convalidato. 
Mi giro verso Mirko e inizio a cantargli : "Tifoso occasionale porti male! Tifoso occasionale porti male!" e poi aggiungo "Hai visto? Hai finito di piangere e lamentarti? Abbiamo vinto, abbiamo! e gioisci invece di lamentarti".
Lui se la prende e dice che sono i tifosi come me, quelli che esaltano la squadra a non farla crescere. Non ne usciamo, per me ieri la Roma ha fatto il suo dovere: accorciare le distanze con la Juventus e collocarsi al secondo posto in classifica a -1 dalla vetta. 
Non m'interessa come ha vinto, se poteva farne altri 3, non me ne importa nulla perchè i Campionati si vincono anche così, soprattutto così. Come credete che li abbia "vinti" la Juventus giocando sempre bene???
Ho gioito perchè Roma Mia è andata contro i pronostici dei soliti lamentosi, di quelli che la davano già morta.
Una partita difficile che, secondo me, merita di essere segnata sul calendario come quella di qualche anno fa, quando un'altro giocatore con gli occhi a mandorla, segnò un gol che avrebbe significato terzo scudetto. 
Nel frattempo oggi è stato sorteggiato il nostro avversario in Europa League, sarà il Feyenoord. Tifosi paura? Io No. Daje Roma, Daje!!!




Capodanno, in rosso per un 2015 senza guai

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Capodanno: il 2015 sarà Rosso scacciaguai e portafortuna

 

Un Capodanno diverso dal solito?

Non ci penso proprio. Con le temperature glaciali sono calate anche le mie esigenze di un divertimento sfrenato ad ogni costo. Quest'anno Capodanno sarà intimo e caldo e sarà Rosso!

A dispetto dei concerti in piazza e dei festoni nei locali, trascorrerò l'ultimo dell'anno con la mia migliore amica, suo marito, la mia dolce metà e altri amici. La riflessione della serie "ci siamo invecchiete"è scattata in automatico ma la risposta è risultata semplice e indolore: "si". 
Nel film la Grande Bellezza, Jap Gambardella sostiene: 

"La più consistente scoperta che ho fatto pochi giorni dopo aver compiuto 65 anni, è che non posso più perdere tempo a fare cose che non mi va di fare"
e così è per me anche se la scoperta l'ho fatta prima dei 65 anni, credo che la regola si possa applicare già da questa sera tanto per far iniziare il 2015 nel migliore dei modi. 
Non mi metterò a fare grandi bilanci di questo 2014 pieno di accadimenti come una scatola di Lego, piuttosto voglio ringraziarlo per quello che è stato, per avermi permesso di godermelo tutto e in salute. 
Ringrazio il 2014per gli episodi emozionanti, come l'espressione sognante sulla faccia di Mirko quando ha visto il suo idolo Jimmy Page in persona a Londra. 
La gioia ritrovata di assistere al ritorno di una persona cara, considerata "persa". Il volto di Beaquando mi ha inviato un sms dicendomi che era incinta e poi la faccina di Mirta quando è venuta al mondo. Ringrazio il 2014 per il libro pubblicato di mio padre grazie alla sua bravura e volontà di ferro. Grazie 2014 per avermi fatto conoscere nuove amiche con cui lavorare e ridere come Nerina e Giada. Grazie per avermi insegnato qualcosa in più dello scorso anno, per il buon vino e il buon cibo. Per i libri pieni di parole e di storie infinite.
All'inizio del 2014 vi avevo consigliato un'idea, quella della  Memory Jar, un barattolo in cui mettere dei foglietti con appuntanti sopra gli eventi più importanti del vostro anno. L'avete fatto?
Dal mio barattolo sono usciti fuori ben 14 foglietti, di cui due biglietti del cinema. Avrei dovuto scriverne di più ma quello che ne è uscito fuori è un quadro confortante. Ho scritto solo cose belle tranne una e questo vuol dire che se gli episodi brutti ho preferito tralasciarli forse non erano così gravi o comunque erano risolvibili. 
Mi meraviglia trovare domande come "Cos'è l'amore?" o frasi del tipo: "Inizio dei Mondiali in Brasile: L'Italia vince contro l'Inghilterra".   Lorenzo e Claudia sposi. Matrimonio Vanessa e Paolo. Un nuovo paio di scarpe è nel mio armadio! (Questo è più di un foglietto)
Quindi spero che il prossimo anno sarà ricco di emozioni da scrivere, come questo passato e mi piacerebbe trovare tra i foglietti del mio Memory Jar, tre annotazioni in più su tre desideri che ho nel cuore.
Per quel che riguarda il diario della Tifosa, voglio scusarmi con i miei lettori abituali ma non ce l'ho fatta a commentare Roma - Milan, troppa delusione e rabbia hanno preso il sopravvento. 
Un rigore non assegnato e, come sempre, poca concretezza da parte della Roma che mi ha lasciato un po' di amaro in bocca prima di un dolce Natale. 

Che il vostro 2015 sia sano, felice e pieno di scarpe perchè per affrontare la vita ci vogliono sempre un paio di scarpe nuove! Auguri a tutti voi di cuore. 



#Je Suis Charlie: "Preferisco morire in piedi che vivere in ginocchio"

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#Je Suis Charlie: Preferisco morire in piedi che vivere in ginocchio.


#Je Suis Charlie

Avrei voluto parlare di altro ma l'attentato terroristico di ieri alla redazione di Charlie Hebdo a Parigi, ha spezzato la mia matita.
Avevo in programma un post sulla vittoria della Roma contro l'Udinese e sui miei buoni propositi per questo 2015 ma i fatti hanno presso il sopravvento e i buoni propositi sono andati a farsi fottere.

Chi è Charlie?


Torniamo qualche anno indietro e cerchiamo di capire chi è Charlie Hebdo.
Charlie Hebdoè un settimanale francese che affonda le sue radici nel 1960 in un giornale che si chiamava Hara-Kiri. Quando un nome segna un destino. Harakiri, è quella forma di suicidio rituale cui ricorrevano i samurai giapponesi. Un nome che portava la croce e la consapevolezza di un'informazione basata sulla Satira, ovvero quella forma di letteratura fortemente politica che mette in luce le contraddizioni della società promuovendone il cambiamento.
Charlie Hebdo è una rivista satirica, laddove la Satira rappresenta, per dirla citando un vignettista italiano Giorgio Forattini, "una grande dimostrazione, la più alta espressione di libertà e democrazia".
Ci tengo a usare le parole giuste perchè sono loro che spiegano la gravità dell'attentato di Parigi.
Charlie Hebdo, dunque, da sempre si è distinto per il suo carattere satirico, tanto che i fondatori di Hara-Kiri definirono il loro operato "journal bête et méchant" ossia "giornale stupido e cattivo".

Nel 1970 la morte del generale Charles de Gaulle e  il mensile Charlie di Bernier e Delfeil de Ton, ispirato al nome del personaggio di Peanuts Charlie Brown, influiscono su quello che poi diventerà il nome della nuova rivista: Charlie Hebdo.
Con vicende alterne da quel lontano 1970, la rivista prosegue nel suo percorso di provocazione "costruttiva" e nel 2006  decide di pubblicare la serie delle caricature di Maometto del giornale Jyllands-Posten che tanto scalpore avevano sollevato nel mondo musulmano.
Charlie Hebdo con quel numero vende 160 mila copie e con le successive due ristampe altre 400 mila. Questo episodio porterà alla pubblicazione del Manifesto dei dodici , una lettera di risposta da parte degli intellettuali che mette in guardia dall'islasmismo considerato il nuovo totalitarismo dopo stanlinismo, fascismo e nazismo.

Nel 2011 la redazione di Charlie Hebdo viene distrutta a seguito del lancio di alcune bombe Molotov.

Fino all'attentato del 7 Gennaio 2015 con l'uccisione di 12 persone tra cui Charb, direttore della rivista,  e tre dei più importanti vignettisti al mondo: Jean Cabut detto Cabu, Georges Wolinski, Bernard Maris e Bernard Verlhac detto Tignous.

Charb oltre a prevedere l'attentato in Francia in una delle sue vignette più recenti, aveva detto in un'intervista:
Preferisco Morire in piedi che vivere in ginocchio 
#Je Suis Charlie: dubbi e interrogativi su una tragedia che colpisce tutti.


Siamo in Guerra?


Il caso Charlie Hebdo ha costretto tutti a una riflessione forzata: la Satira deve censurarsi da sola oppure la libertà di pensiero ed espressione deve essere difesa sempre e comunque?
I musulmani e l'Islam possono ammazzare qualcuno che la pensa diversamente da loro? La colpa è dei paesi democratici?

Il mondo sembra concorde nel condannare il gesto senza appello ma la paura è che si strumentalizzi questa tragedia nel modo sbagliato.

In un famoso articolo del 2001 Oriana Fallaci scriveva:
"Vi sono dei momenti, nella Vita, in cui tacere diventa una colpa e parlare diventa un obbligo. Un dovere civile, una sfida morale, un imperativo categorico al quale non ci si può sottrarre", è forse giunto quel momento? 
La decadenza occidentale è completa? Gli interrogativi sono tanti e difficili. Personalmente ritengo che ci siamo principi che non possono essere messi in discussione e tra questi ci sono : la libertà di espressione e la democrazia.
Sono due cardini per i quali molti nostri antenati sono stati uccisi, due diritti inalienabili della persona.
La mia riflessione alla ricerca di una risposta si sposta tra le parole che caratterizzano il dibattito e mi lascia besita. Corro da termini come Democrazia, che trova nel greco la sua lingua madre e significa "potere del popolo", e termini come Libertà di Manifestazione ossia un diritto riconosciuto a tutte le democrazie moderne e sancito dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948 e nella nostra Costituzione all'art 21:
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni mezzo di diffusione.
Chi sta cercando di toglierci questo perderà e di questo sono certa, di questo sono certa. 

Liberté, Egalité, Fraternitèè nel motto della Rivoluzione Francese, di quel Paese oggi piegato nel dolore, che si trova la soluzione ai pesanti quesiti di oggi.

Libertà, Uguaglianza e Fratellanza... prendete in giro il nostro Dio, nessuno vi ucciderà a seppellirvi sarà una risata lo dice uno slogan di tanti anni fa...
La fantasia distruggerà il potere e una risata vi seppellirà

Je suis Charlie ma anche Francesco Totti (cit. dal bar sotto casa di Ilaria)

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Roma - Lazio 2-2: Totti fa una doppietta, un record e un selfie

Lo spettacolare derby di Roma finisce in un pari: 2-2

Se ne parlerà per molto tempo di questo derby giocato alla penultima giornata del girone di andata e riacciuffato per i capelli dopo un pessimo primo tempo che vedeva la Roma sotto di due reti (Mauri prima e Anderson dopo).
Un derby di quelli che fanno male al cuore e lo scrivo nel senso reale, dato il numero d'interventi della Croce Rossa in Curva Sud a seguito del pareggio di Francesco Totti
Questo derby passerà alla storia per le sue coreografie ( o scenografie decidete voi quale termine preferite usare) studiate nei dettagli, frutto di un lavoro lungo e di un numero di persone corposo. 

Una Curva Sud che gridava: 
Figli di Roma, Capitani e bandiere... Questo il mio vanto che non potrai mai avere
Il derby di Romaè così, è tutto un "non vedo l'ora che finisce" e un "se semo magnati l'impossibbbile" oppure un "se semo salvati". 
La verità è che la prima domanda che ti poni quando ti metti in marcia verso l'Olimpico o prendi posizione davanti alla televisione è :
"Come te la senti?" 
E quando a questa fatidica domanda mio padre ha risposto:
"Se te può riconsolare, non me la sento male" mi sono risollevata un pochino.

Come te la senti?

Un interrogativo che ne smuove altri cento e tu nel pensier ti perdi alla ricerca di come te la sentivi quella volta che la Roma ha vinto 4-0 al primo tempo. 

Perchè è quello il mio problema tutte le sante volte. 
La prima volta che ho visto un derby allo stadio era il 21 novembre 1999. L'anno in cui la Lazio era fortissima, non a caso ha vinto lo scudetto in quella stagione, e la Roma lo era decisamente di meno. Beh, in quell'anno lontano, alla Roma è capitato di compiere il miracolo. 
E' capitata la partita perfetta: 4 gol in 31 minuti. Un' apoteosi vera, indescrivibile. 

Ecco, il mio limite è quel derby, la dimostrazione che, anche se sei favorito, puoi (e spesso accade proprio così) perdere e che la forza "sulla carta" di una squadra non sempre risponde alla forza reale di un match. 

Così se la Roma è favorita ho paura di perdere e se non lo è m'illudo nell'idea di un'impresa.


 

Il derby è una partita diversa

La mattina ti svegli con un'agitazione che non t'appartiene
Una tensione che riuscirai a lavare via come una doccia solo quando al 90' l'arbitro decreterà la fine di un incontro lungo una vita.

Perchè il derby è una partita infinita, inizia quando sei bambina e finisce che ti sei invecchiata di 30 anni.

Come che Totti all'età di 38 anni, tanto deriso (quanto temuto) dalla sponda avversaria, rispolveri un numero da numero 10 come lui: elevandosi in aria e allungandosi in un modo disumano, marziano per prendere la palla e insaccarla trasformando il risultato in un pareggio impensabile solo 20 minuti prima.

Roma-Lazio 2-2, doppietta di Totti ed è record

Il mio Capitano Francesco Totti: due gol e un selfie

E pensare che quando ho letto la formazione non ero molto tranquilla. 

E' rinomato che i romani della Roma nel giorno del derby sono più agitati di noi tifosi. Fino alle 13.00 ho cercato di capire se Mister Garcia avesse deciso di schierare Destro oppure Totti. 

Dagli spalti della Sud ho visto scendere in campo Totti, De Rossi e Florenzi.

L'entusiasmo era alle stelle e l'idea che i romani giocassero il derby mi faceva sentire ancora più vicino alla mia squadra in un giorno tanto importante. 
Da una parte però ero preoccupata che l'emozione prendesse il sopravvento sulla professionalità, che questi romani romanisti potessero innervosirsi.  Avevo sbagliato

Tranne che per Alessandro, sostituito alla fine del primo tempo per evidenti motivi tattici, Daniele e Francesco hanno espresso in tutto e per tutto la loro misura di Capitani. 
Infatti solo un Capitano è in grado di risolvere una partita storta e solo un Capitano è in grado di dire questo:
"Stare accanto a Francesco per un'intera carriera, a quello che verrà ricordato come il giocatore più grande della storia, non è normale. In questa città un po' strana qualcuno ha provato a raccontare la storia di me e di lui contro - sottolinea - , per dare forza alle sue tesi... ma sono maiali col microfono e restano maiali col microfono"

Daniele e Francesco, un binomio unico, irripetibile e inossidabile. 


Derby Roma - Lazio 2-2, le due anime di Roma: il selfie di Francesco Totti e Daniele De Rossi

Quando Capitan Totti ha segnato ed è corso sotto la Curva, non lo so dov'ero.
Ero sulle spalle di Mirko e poi tra le braccia di Christian e, dopo ancora, stavo dando pacche sulle spalle di Marco mentre scuotevo la testa perchè quell'emozione rimanesse sulla bocca dello stomaco; perchè le mie urla la potessero comprimere dentro, in fondo all'anima e nutrirla sussurandole "si può fare".

Era il minuto 19' del secondo tempo, mancava ancora molto e la Roma era tornata in palla finalmente. Francesco aveva firmato una doppietta che significava record e mentre la curva nord ammainava lo stendardo della barca in cui Caronte trascinava il tifoso romanista dall'altra parte della riva, lo stendardo di Francesco Totti rimaneva fisso e stirato in una Curva Sud ammutolita da un giocatore di una classe mai vecchia, mai stanca, mai sgualcita.
Francesco che sa sempre regalare ai tifosi un'esultanza originale, questa volta non ha resistito e si è immortalato con un selfie davanti alla sua Curva Sud. Un selfie per ridere, per divertirsi, per gente che ha ironia. Non per tutti quindi...

"Qui a Londra non si parlava d'altro" scrive la mia amica Marta sulla sua bacheca "The King of Roma is no dead" conclude. 
E il giorno dopo sul Daily Mirror così si scriveva sulle gesta del Mio Capitano:

Noi odiamo i selfie. Li odiamo. Non c'è mai una scusa ragionevole per farsene uno, specialmente nel calcio. Però li disapproviamo per coloro che sono mortali. La leggenda della Roma Francesco Totti è un tipo differente di umano; Il tipo che può fare qualunque cosa lui voglia. Se avete bisogno di una prova inconfutabile che Totti sia davvero il calciatore più cool che sia mai vissuto, questa si è manifestata durante il feroce derby di Roma di oggi tra Roma e Lazio. Dopo aver segnato il 2-2 del pareggio, Totti ha celebrato uno dei suoi gol più importanti... con un selfie.

Roma legend Francesco Totti is a different type of human; the type who can do whatever the hell he wants

E allora sapete che vi dico? The King of Rome will never die...


Derby Roma - Lazio 2-2 : il selfie di Capitan Totti dopo il secondo gol

Palermo - As Roma: 1-1 e sto. 'Ndo sto?

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Palermo - As Roma: quale sarà il futuro giallorosso? Qui Destro dopo il gol del pareggio

A Palermo si è vista la più brutta As Roma del Campionato


Un pareggio che sembra una mano a Sette e Mezzo in cui il giocatore scopre le carte e si accorge di avere un punteggio minimo, allora dice al banco: "Cala!" ed è allora che il banco cala e gira una carta che vale un punto e basta e il giocatore, senza nemmeno rischiare per un momento la fortuna, pronuncia il fatidico: "Sto!"

Sto! 'Ndo Sto???


La Roma ha fatto esattamente così, si è accontentata di un 1 punto senza nemmeno tentare di prenderne 3, dimenticando che per vincere uno Scudetto ne servono 90, se non 100, di punti e sono d'acciuffare soprattutto nelle trasferte come quella di Palermo perchè è per quelle partite che passano i punti più preziosi.

Un'AS Roma che chiamarla As Roma si fa fatica. Senza Gervinho, che ne incarna l'anima e Totti che ne sprigiona l'essenza. Senza De Rossi che rappresenta la passione o Nainggollan che ne è il carattare. 
Si fa fatica a chiamarla As Roma quando manca alla vista l'eleganza di Keita al centrocampo, come una Jaguar rigata o un tacco 12 cm indossato con una calza di 70 den.
Senza Maicon che la rende combattiva e sfacciata, e Manolas che l'addolcisce come il cacao sul tiramisù.

Si fa fatica a chiamarla Roma...eppure in campo non c'era proprio il nulla... ma quel "non nulla" non è bastato e se una doppia negazione diventa affermazione, in questo caso diventa un gol. 
Il solito gol di Mattia Destro che pure se non sa stoppare una palla, non sa fare uno scatto o saltare l'uomo, sa scivolare nella maniera giusta, sa sfiorare il pallone come solo uno che deve segnare a tutti i costi sa fare. 
La Fortuna aiuta gli audaci, il pigro si ostacola da solo scriveva Seneca e così è. 

'Ndo Sto? Al secondo posto a -5 dalla prima che è sempre la Juventus e che gioca meglio, decisamente meglio. 

Lasciamo perdere congetture del calibro: se a Torino ci avessero dato i tre punti a quest'ora staremmo +1. Lasciamole perdere per due motivi.
Il primo è che +1  non è  +5; il secondo è che partita come quella di Palermo non hanno alibi, assenze o meno, non si può prendere un gol dopo 1 minuto e 45 secondi. 

Quindi parliamo di un girone concluso in una posizione che può ancora regalarci qualche soddisfazione se si decide di cambiare la mentalità. 

Palermo - AsRoma: 1-1, il gol di Mattia Destro

Le Partite da analizzare del girone di andata


Al secondo minuto già eravamo sotto di un gol.
La Roma in svantaggio, in questa stagione non è certo una novità. Ci ha regalato questo stato d'animo già in partite come Roma - Sassuolo, Roma - Lazio, a Bergamo contro l'Atalanta il gol l'aveva subito al 1' da Moralez. A Napoli hai preso il gol al 3' perdendo l'incontro per 2-0.
Insomma una squadra per gente dal cuore forte, mettiamola così. Alcune partite si sono pareggiate, altre perse e altre addirittura vinte. 
Lo stato d'animo diffuso è quello che non si può lottare per lo Scudetto. Se giochi male e vinci potrebbe anche essere sufficiente, il problema serio è l'intesa in campo. Davanti corrono da soli, non si parlano. Quando mancano i giocatori "pilastri" di questa Roma, la palla non gira e non basta Adem Ljiajc per fare reparto. 
Poi arriva una palla sporca in rete e c'è chi si dichiara: "Felice per aver segnato anche se non abbiamo vinto",  dove si arriva con gente così? 

Questa sera ... Empoli 


E dopo la 19esima giornata di Campionato, inzia la strada per la Coppa Italia
Questa sera in uno Stadio Olimpico bagnato scenderanno in campo i reduci di Palermo per affrontare la squadra di Sarri.
Bisognerà vincere 6-1 come ha fatto la Vecchia Signora per tornare a essere credibili?

Maggio è lontano


Mozzico un cornetto riscaldato, mentre fuori continua a scendere acqua. L'inverno è inoltrato ma sulla mia terrazza scorgo ciuffi di verde qua e là. Per il mese di Maggio sarà tutto in fiore e se non lo sarà, appena smetterà di piovere, cercherò di mettere un po' in ordine.
Sono sicura che anche Rudi farà così, appena gli sarà possibile metterà un po' di ordine, non può rimandare ancora. 


Fab for a Jellyfish, un'artista tra Milano e Parigi

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Le scoperte di Tacco12 cm: Fab for a Jellyfish, una storia da raccontare

Mamma, sarta e creativa. La storia di Fabiana e di Fab for a Jellyfish.

Si chiama Fabiana Maria Tristana, un nome importante da portare per una ragazza piccola a prima vista. L'esperienza insegna però che non è quel sembra ciò che realmente è, così parlando con Fabiana, in arte Fab, ti accorgi della sua grandezza.


Le Scoperte di Tacco 12cm: Fabiana stilista e creatrice di Fab for a Jellyfish

Chi è Fab?


La sua vita è cambiata quando nel 2007 parte per un anno di Erasmus a Parigi. La sua casa era proprio davanti a LeBon Marché (per chi non lo sapesse uno dei centri commerciali più belli e lussosi che esistano), a rue de Babylone.
Insomma era caduta nel paradiso della moda senza colpa né peccato. Una splendida chambre de bonne piena di luce e poi vetrine luccicanti di meravigliosi oggetti. Accecata da tanto splendore la piccola Fab ha così deciso di dare una svolta "pratica" ai suoi studi.
Dopo il Liceo Classico e l'Accademia di Brera, segue il consiglio di una sua conoscenza parigina e si lancia nell'avventura della sua vita: iscriversi a una scuola per stilisti e modellisti vecchio stampo.
Nasce così Fab for a Jellyfish.
In realtà Jellyfish sarebbe dovuto essere il nome che lei e un suo amico volevano per un'associazione che non trovò mai vita. Allora perchè non usarlo per qualcosa che stava prendendo vita davvero???
Bastava aggiungere il suo nome in una forma abbrevviata e il gioco era fatto: Fab for a Jellyfish nacque così, un po' per caso, un po' per gioco.
Per chi non lo sapesse Jellyfishè il nome in inglese di medusa. Era perfetto perchè racchiudeva nelle lettere e nel suono la fusione tra gioco e metafora.
La medusa è un animale dalle mille sfumature, pronta a cambiare forma e a sputare veleno per difendersi. Sa essere incantevole e velonoso insieme, proprio come la verità, quando esce dalla bocca di un bambino.
Insomma quella di Jellyfish oltre che una parola è una filosofia che bene si adatta ai tempi moderni, tempi che corrono e si evolvono di continuo.
Come i progetti che prendono piede, uno di questi è quello di un'associazione culturale con laboratorio su strada a Milano, dove vendere le creazioni ma anche impartire corsi di cucito, di moulage di altra gamma, di arte.

Le scoperte di Tacco12 cm : Fab for a Jellyfish, giacca per bimbi


Parigi e Milano


Due città a confronto in un settore che le vede protagoniste come quello della moda. Fabiana, da brava milanese, non poteva che venire contagiata dal fascino dello stile parisienne. Come lei stessa ammette:

"A Parigi, tutti ma proprio tutti, si lasciano prendere dall'amore per la moda. E' praticamente impossibile trovare qualcuno che non tenga a vestirsi con un minimo di eleganza".

In Italia, invece, questo gusto nel vestire è meno radicato. La popolazione si divide in categorie: quelli che vestono con gusto e quelli che si vestono in modo esagerato; quelli che prendono la prima cosa che capita nel loro armadio e i dark o gli outsider. Insomma in Italia puoi essere un hipster o uno sfigato.
In Francia essere di tendenza è un vero e proprio stile di vita, puoi trovare signore settantenni che corrono a comprarsi i pantaloni lanciati da Isabel Marant, insomma per una com Fab, che voleva fare la stilista, Parigi era decisamente pià stimolante. Cosi decide di tentare. Quanto le chiedo della sua prima creazione, la risposta è lapidaria: "Un'orribile gonna dritta!"
Con il tempo il suo stile si è personalizzato passando da tessuti barocchi e sbrilluccicosi, per arrivare a uno stile pop o a un più classico tweed inglese.
Fabiana prende ispirazione dai tessuti e dalle loro fantasie. Quando il suo sguardo ne incontra uno che le piace, nella sua testa prende forma l'oggetto, il vestito che ne uscirà fuori.
Da qualche tempo è diventata anche mamma di una bellissima bambina ed è stato questa a spingerla a creare delle collezioni speciali, delle "capsule"per i più piccoli.
Il suo è uno stile "pulito", "classico" nel senso moderno, adatto per ogni occasione: dalla passeggiata domenicale al vernissage stiloso.
Insomma il suo motto è "ricicliamo!" Usiamo quel che abbiamo in tutte le forme in cui è possibile farlo. Il riciclo è  uno dei principi base di Fab for a Jellyfish e anche per questo Fab ci piace. 
Un mondo colorato quello di Fabiana, tutto da scoprire, talmente vario d'accontentare donne, bambini, uomini e bambini che restano i suoi clienti preferiti. 
Uno stile che avrà successo, perchè la creatività è cosa rara e preziosa. Se Fab for a Jallyfish vi è piaciuta sappiate che il prossimo appuntamento è a Milano il 1 Febbraio presso East Market dalle 10.00 alle 21.00. Non lasciatevelo scappare!

Le scoperte di Tacco12 cm: Fab for a Jellyfish, una borsa spaziale


Fab for a Jellyfish | sito : www.fabforajellyfish.com | facebook: https://www.facebook.com/FabForAJellyfish?fref=ts | instagram: http://instagram.com/fab_forajellyfish


Fiorentina - As Roma 1-1, siamo come Willy Coyote con Road Runner

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Fiorentina - As Roma 1-1, Ljajic al momento del gol del pareggio giallorosso

Fiorentina - As Roma 1-1 ha ridimensionato le aspettative dei giallorossi sulla vittoria scudetto


A dirlo sono in molti, forse troppi. Le categorie di persone che ne sono eccole suddivise nei seguiti tipi: "Quest'anno vincemo tutto", ossia il tipico energumeno da spiaggia che inizia a sparlarla grossa già dal pranzo di Ferragosto, complice il sole o il vino verrebbe da pensare, invece no.
"Non vinceremo mai niente", soggetto depresso cui la porola ottimismo risulta un foresterismo più che un termine italiano, pronto sempre a vedere il bicchiere vuoto se non rovesciato a terra.
Infine la categoria del "E' colpa dell'allenatore che non capisce un cavolo"con variante "di De Rossi che prende troppi soldi" oppure "di Totti che è un fenomeno ma ormai ha 38 anni"e infine "E' colpa de Ilary", perchè dare la colpa a una donna ci sta sempre bene.

La categoria "Ci manca la mentalità" 

Poi c'è la categoria nella quale m'inserisco che è un insieme di "Ci manca la mentalità", "Ci manca Pogba e quindi un campione che risolva le partite da solo".
Ci tengo a precisare che non mi ritengo una catastrofista. Siamo alla prima del girone di ritorno e ci sono ancora tantissimi punti a disposizione, il problema però resta la mentalità e più passa il tempo e più è evidente.
Su questo purtroppo non riesco più a mentire. L'As Roma sa reagire a uno svantaggio, sa giocare un bellissimo calcio quando è in vena ma non ha la rabbia, la cattiveria, la voglia di portare a casa 3 punti come dovrebbe essere.
Il perchè lo ignoro, come pure continuo a non capire come mai il nostro Mister non azzecca più un primo tempo che sia uno e mi viene il dubbio che non l'abbia mai azzeccato, tanto che lo scorso anno la Roma nel primo tempo segnava pochissimo.
Dobbiamo sempre "risistemare" schemi e testa alla fine del primo tempo, perchè?
Non voglio togliere merito alle squadre avversarie come la Fiorentina di ieri, fiera e padrona del campo, orgogliosa e bramosa di mordere l'AsRoma alla giugulare in uno dei suoi momenti di sonno. Brava la Viola e il suo allenatore, un ex-giocatore che mai potrà attirare le mie ire.

La partita dell'As Roma 


Ho cercato di guardare con poco coinvolgimento la partita di ieri, almeno nel primo tempo. Quando però i minuti iniziano a scorrere memorabili e senza pietà alcuna, l'agitazione mi coglie all'improvviso e inizio a urlare come una matta in preda al "Perchè? Perchè passate la palla indietro, cazzo!!!" 
La grinta c'è stata nei soliti minuti iniziali del secondo tempo, quando un Iturbe ispirato (finalmente) ha imboccato un Ljajic, sempre tra i miei preferiti, che l'ha buttata dentro come il più classico pronostico "gol dell'ex" prevedeva.
Nainggolan, pur non disputando una delle sue gare migliori, ha comunque tirato fuori la grinta. Totti, lui è stato il solito fuoriclasse, l'unico che la Roma abbia mai avuto. L'unico che si gira al volo e lancia la palla nella pallida speranza che qualcuno lo capisca e, purtroppo, nessuno lo capisce. Una coperta di cachemire su un'isola caraibica, un piatto di matriciana nelle mani di un vegetariano.
De Rossi ha salvato una palla quasi in porta (questo lo scrivo per chi ce l'ha sempre con lui) e Strootman si è fatto male, niente di serio sembra. Per il resto incornicerei l'espressione di Maicon e Mexes che prende per il collo Mauri... ops scusate quella è stata un'altra partita.

SS Lazio - Milan, Mexes perde la testa con Mauri


Siamo come Willy Coyote e Road Runner

 

Ed è mentre mi sedevo alla mia scrivania, intenta a buttar giù questo Diario della Tifosa che mi è venuto in mente il paragone con i famosi personaggi della Warner Bros.

Chi non conosce Willy Coyote e Road Runner con il suo "Beep Beep"? Solo uno che non è mai stato un bambino e immediatamente, per associazione d'idee o forse più di parole, ho cominciato a canticchiare la canzone di quel genio di Eugenio Finardi...

"Io mi sento come Willy il Coyote che cade ma non molla mai, che fa progetti strampalati e troppo complicati e a quel Beep Beep lui non lo prenderà mai...
Ma siamo tutti come Willy il Coyote che ci ficchiamo sempre nei guai, ci può cadere il mondo addosso, finire sopra un masso ma noi non c'arrenderemo mai... "



E dato che alla fine "Siamo tutti Willy il Coyote" ho trovato che la metafora tra AsRoma e Juventus con il cartonanimato disegnato da Chuck Jones potesse davvero dimostrarsi calzante.

L' As Roma "Willy Coyote"è lì pronta che progetta, compra giocatori, studia moduli vincenti e la Juventus "Beep Beep"le passa davanti seminandola, proprio quando sembrava che questa volta la Roma ce la potesse fare. Succede così a Willy ogni puntata, come ogni campionato succede all'As Roma.
Il povero Willy corre dietro a Road Runner dal 1949 fino a quando nell'ultimo episodio, dopo decenni di corse ed esperimenti a vuoto, Willy riesce a catturare il veloce nemico.

Chissà che non capiti anche alla nostra Roma qualche volta sbruffona e sognatrice, decisamente "umana" di acchiappare la Juventus Beep Beep proprio all'ultima giornata... tanto si sa che... 
ci può cadere il mondo addosso, finire sopra un masso ma noi non c'arrenderemo mai. 

Il giorno della Memoria, chi dimentica è complice

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La giornata della Memoria, chi dimentica è complice | film La Ladra di libri

 

Il giorno della Memoria, chi dimentica è complice

Il 27 gennaio è una ricorrenza internazionale celebrata ogni anno in ricordo delle vittime dell'Olocausto.
E' stata decisa come data proprio perchè il 27 gennaio del 1945 le truppe sovietiche dell'Armata Rossa liberarono gli ebrei dal campo di concentramento di Auschwitz.
Sarà la liberazione dei superstiti e i loro racconti a rivelare al mondo intero l'orrore del genocidio nazista. 

C'è solo un modo perchè non si ripeta mai più un orrore del genere ed è quello di ricordare. Più gli anni passano più i testimoni muoiono. Sono ormai trascorsi 70 anni da quel giorno e soli i più piccoli superstiti restano oggi ancora in vita. 

Il mio è un ricordo speciale, non legato ai libri di scuola o alla lezione ben preparata di qualche professore. No, ahimè non è così che ho capito davvero cosa l'Olocausto fosse stato. 

Me lo hanno insegnato i libri come "Un sacchetto di biglie"il romanzo di Joseph Joffo che mio padre mi ha regalato quando avevo 12 anni e poi "L'amico ritrovato"di Fred Uhlman, un classico della letteratura per ragazzi e non solo e infine, scoperta più recente, "Uno psicologo nei lager" di Viktor Frakl un presonaggio che tutti dovrebbero conoscere, un genio. Così scriveva:
"l'uomo può essere nel suo intimo più forte del destino che gli viene imposto dall'esterno"
Me lo hanno insegnato film come "Schindler's list" di Steven Spilberg, "La Chiave di Sara" di Gilles Paquet-Brenner, "La ladra di libri" di Brian Percival e "Il bambino con il pigiama a righe"di Mark Herman.
Ho citato questi film, ma ne ce ne sarebbero molti altri, solo per mostrare come un americano, un francese e due inglesi abbiano trattato il tema con uguale sensibilità e "denuncia". 

Vivendo a Roma la mia vita s'intreccia spesso con quella degli abitanti del ghetto. La mia vicina di casa è ebrea e ogni venerdì osserva lo Shabbath, una volta mi ha invitato e mi ha regalato dei libri sulle loro regole alimentari.
Ho avuto la fortuna di dividere il mio appartamento durante l' Erasmus con una ragazza americana ebrea ed è lei che, per la prima volta, mi ha invitato a festeggiare la Chanukkah mostrandomi le tradizioni di un popolo segnato da una storia di persecuzioni.

Tullia Zevi, il mio ricordo


La giornata della Memoria, Tullia Zevi
Quando lavoravo con Gad Lerner a La7 per il programma L'Infedele ho avuto un'immensa fortuna: quella di poter conoscere una donna colta, brillante come Tullia Zevi.
Una giornalista e scrittrice che non ha vissuto l'Olocausto nei campi di concentramento ma lo ha vissuto in una vita itinerante tra l'Europa e gli Stati Uniti. 
La sua vita è sempre stata una testimonianza e il libro che ha scritto insieme alla nipote Nathania Zevi, Ti racconto la mia storia. Dialogo tra nonna e nipote sull'ebraismo ne è l'esempio.
Mi ricordo di quel pomeriggio, nella sua casa al primo piano al Portico d'Ottavia, proprio dietro la Sinagoga e davanti al ristorante Giggetto. 
Una casa grande, piena di libri, arredata con semplicità. Tullia Zevi era già molto anziana ma ancora si preoccupava di apparire "presentabile" davanti alla telecamera.
Mi raccomandava di dirle se i suoi capelli erano in ordine e chiedeva alla truccatrice di non farla apparire ridicola. Può una donna come lei apparire ridicola? Non lo sarebbe stata nemmeno se avesse indossato un ombretto rosso. 
Quando parlava i suoi racconti ti afferravano alla gola come uno spago attorno alle zampe di un pollo appeso a testa in giù. 
Mancava quasi l'aria quando ti ripeteva delle sue fughe e degli amici persi nel corso degli anni. Lei era stata fortunata a non vivere la deportazione ed è per questo che ha trascorso la sua esistenza lottando per libertà e democrazia. 
Ecco Tullia Zevi per la prima volta mi ha fatto capire che non sono morti solo gli ebrei deportati, sono morti anche quelli fuggiti e quelli sopravvissuti, perchè sopravvivere quando intorno tutto muore richiede uno sforzo disumano. 
Ci sono persone che hanno messo a rischio la loro di vita pur di salvare gli altri e la Guerra è vero che ha tirato fuori il peggio ma solo degli uomini cattivi e di quelli buoni ne ha tirato fuori il meglio, di molti ne ha fatto degli eroi. 


I film un modo per ricordare


In questo giorno, che ogni anno che passa ci allontana da quell'orribile ricorrenza, dobbiamo riflettere più che mai su quanto accaduto, perchè altre stragi si stanno compiendo tra gli esseri umani, altre libertà vengono negate, soffocate, represse.
A tal proposito vi consiglio di dare un'occhiata al sito www.comingsoon.it dove c'è un articolo in cui si elencano 25 film dedicati al tema di questa giornata della memoria.
Date una sbirciata, sceglietene uno da guardare stasera, sceglietelo per voi e per i vostri figli. Sceglietelo per tenere in vita tutti quelli che non ci sono più, quelli che hanno avuto una vita marchiata a fuoco con un numero su un polso, quelli che non hanno mai capito perchè è capitato a loro.
Primo Levi scriveva:
 "Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario" 

Teniamo in vita anche lui raccogliendo il suo insegnamento.


La giornata della Memoria, chi dimentica è complice | film: La Chiave di Sara


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